Rumori e odori, nel condominio scoppia la guerra: non c'è pace tra vicini

Migliaia di liti, la mediazione non decolla

Un'immagine generica di lite tra vicini di casa

Un'immagine generica di lite tra vicini di casa

Milano, 4 maggio 2017 - Prove di canto in appartamento, chitarre strimpellate giorno e notte, odori di cibi etnici che si diffondono sulle scale. Immancabili contenziosi per i parcheggi e per la raccolta dei rifiuti, famiglie in ritardo con il pagamento delle spese comuni. E il condominio rischia di diventare una «bomba a orologeria». Sono migliaia le liti condominiali che ogni anno in Lombardia approdano nei Tribunali o negli uffici del giudice di pace, con sentenze che arrivano dopo anni e costi che lievitano per le parti in causa. Secondo dati dell’associazione nazionale amministratori condominiali (Anaci) il 70% degli italiani abita nei circa 1,2 milioni di condomini sparsi sul territorio nazionale. Un numero importante si trova in Lombardia, tra le regioni più urbanizzate. «La maggior parte delle liti sono dovute alla ripartizione delle spese - spiega Francesco Burrelli, presidente dell’Anaci - e anche alla maleducazione e al mancato rispetto di regole fondamentali. Il classico esempio è quello degli animali che sporcano spazi comuni. L’istituto della mediazione ha ancora luci e ombre, basti pensare che solo il 30% delle mediazioni va a buon fine, mentre il 70% dei contenziosi finisce davanti a un giudice».

Dal 2013 la mediazione è obbligatoria per le controversie su alcune materie, tra cui le liti condominiali, con l’obiettivo di evitare il sovraccarico degli uffici giudiziari. Gli organismi di mediazione fanno capo all’Ordine degli avvocati, alle Camere di commercio e ad altri enti, che si occupano di una mole di contenziosi. Uno spaccato sul fenomeno emerge dai dati, recuperati dal Giorno, relativi all’organismo gestito dall’Ordine degli avvocati di Milano, competente sul territorio del capoluogo lombardo e hinterland. Da gennaio su 130 procedimenti sulle liti condominiali già definiti nessuno è andato a buon fine: 77 non sono mai iniziati a causa della mancata presentazione di una delle parti; 49 si sono arenati al primo incontro e gli ultimi quattro sono andati avanti ma si sono conclusi con esito negativo. Cause che, al termine dell’iter, sono quindi approdate davanti a un giudice. Dati più positivi negli anni precedenti, con una media di un procedimento andato a buon fine ogni dieci.

Nel 2016 su un totale di 934 liti condominiali definite (per altre l’iter deve ancora concludersi) è stato raggiunto l’accordo in 98 casi. Scenario analogo nel 2015 (esito positivo in 110 casi su 1011). «Ci sono margini di miglioramento - spiega l’avvocato Carmelo Ferraro, segretario dell’Ordine di Milano - anche se la mediazione è di sicuro uno strumento utile. Molti procedimenti non vanno a buon fine perché la mediazione è obbligatoria, quindi a volte le parti arrivano già intenzionate ad andare davanti a un giudice». L’avvocato Mario Dotti, di professione mediatore, raccontacon orgoglio un successo. «Ci siamo trovati davanti a un contenzioso che coinvolgeva 400 persone di un supercondominio e si trascinava da trent’anni - spiega - siamo andati in assemblea condominiale e alla fine è stato trovato un accordo grazie alla mediazione. La spesa per ogni condomino è stata di pochi euro a testa, con un grosso risparmio di tempo e denaro rispetto alla via giudiziaria».

(1 - continua)