REDAZIONE CRONACA

Il vero Knut Hamsun scrittore Premio Nobel

Finalmente anche in Italia si può leggere la più completa biografia del grande scrittore norvegese Knut Hamsun (1859-1952) grazie alla casa editrice Settimo Sigillo che ha pubblicato l’opera dello studioso finlandese Tarmo Kunnas “L’avventura di Knut Hamsun” di GENNARO MALGIERI

Il libro de Il Giorno di Gennaro Malgieri

Milano, 18 dicembre 2015 - Finalmente anche in Italia si può leggere la più completa biografia del grande scrittore norvegese Knut Hamsun (1859-1952) grazie alla casa editrice Settimo Sigillo che ha pubblicato l’opera dello studioso finlandese Tarmo Kunnas “L’avventura di Knut Hamsun”. Dopo che sono stati proposti quasi tutti i romanzi dello scrittore, per farsi un’idea della sua opera complessiva, ma soprattutto del suo pensiero e delle sue controverse opinioni politiche per le quali venne ostracizzato e demolito nell’immediato dopoguerra, il libro di Kunnas mette fine ad una “demonizzazione” scandalosa, riconducendo Hamsun nell’alveo della letteratura europea del Novecento nella quale occupa un posto preminente sottolineato dall’attribuzione nel 1920 del Premio Nobel per la letteratura. In quella occasione, Thomas Mann disse che mai era stato assegnato a qualcuno che lo meritasse di più; Kafka, Brecht, Miller furono ammaliati dal suo stile; Isaac Bashevis Singer riteneva che la “tutta la letteratura moderna deriva da Hamsun”; Eugenio Montale lo considerava “il più degno successore di Ibsen e Bjornson”.

Dopo la Seconda Guerra Mondiale i vincitori, incuranti del suo genio e poco inclini a tenere separate arte e politica, gettarono Hamsun nel “cattiverio” che costruirono appositamente e del quale lo scrittore diede contezza nel suo esame di coscienza “Io traditore”. È vero che appoggiò Quisling, ma non aderì al nazionalsocialismo. Furono piuttosto, come scrive Kunnas, il suo antiamericanismo e l’ostilità all’Inghilterra, “potenza mercantile” che detestava, a negargli la “rispettabilità”. Per questo prima venne internato in un ospizio e poi in un manicomio. L’accusa, infondata, ancorché feroce, fu di “intelligenza con il nemico” e “collaborazionismo”. Un intellettuale “delinquente”, insomma. Come Pound, Brasillach, Drieu La Rochelle, Céline...

La sua opera, comunque, resta integra dal punto di vista letterario. L’ostilità al materialismo, al mercantilismo, all’assolutismo del denaro, al “pensiero unico”, insomma, ne fanno un antesignano della difesa della natura e dell’identità culturale del suo Paese, non meno che di tutte le differenze, come evidenzia Kunnas. Di più. Per il suo biografo, Hamsun “rappresenta uno degli analisti più perspicaci riguardo sia ad alcune forme estreme del mercato e dell’industrializzazione, sia alla vita politica”. In aggiunta egli non esalta solamente la “grandezza dell’uomo europeo”, ma ne mette in evidenza anche i limiti. Ed ancora rivela “il lato arcaico di ogni uomo e dell’intera umanità”. Di tutto questo lo Stato norvegese non tenne conto accanendosi contro Hamsun ben oltre ogni plausibile ragione, posto che lo scrittore non si era macchiato di nessun crimine ed aveva quasi novant’anni. Oggi lo consideriamo uno scrittore “postumo”. E Kunnas ci ricorda la sua grandezza.  

TARMO KUNNAS,  L’avventura di Knut Hamsun, Settimo Sigillo