Pesaro, 28 aprile 2025 – Scatteranno delle denunce contro gli odiatori che si sono scagliati con commenti barbari contro la senatrice a vita Liliana Segre nel video della sua partecipazione alla commemorazione del XXV Aprile, Festa della Liberazione, a Pesaro.

Questo perché sono già partiti accertamenti da parte delle forze dell’ordine per cercare di identificare gli autori di frasi che auguravano addirittura la morte alla senatrice. Il tutto si è scatenato dopo la pubblicazione di un video dove si vede Liliana Segre, assieme al sindaco Andrea Biancani e al prefetto Emanuela Saveria Greco, davanti al monumento che ricorda i partigiani caduti. Le informazioni che filtrano dicono che la maggior parte dei commenti sono partiti dall’entroterra della città e da altri località della regione e molti sarebbero riconducibili alle frange dei “no vax”.
Il video è stato visto soprattutto nel nostro territorio. Per le denunce bisogna però usare il condizionale perché le eventuali azioni penali partono solo su querela di parte; la senatrice deve presentare una denuncia al tribunale di Milano, cosa che starebbe vagliando.
Su questa vicenda che sta rimbalzando anche a livello nazionale, arrivano parole ferme dal prefetto Emanuela Saveria Greco: “Nonostante la terribile tragedia vissuta da bambina, continua Liliana Segre a trasmettere un messaggio di speranza, di pace e di fiducia nel futuro. Proprio la sua esperienza, la sua testimonianza e la sua forza rendono ancora più incomprensibile e inaccettabile che possa essere bersaglio di offese o minacce da parte di qualcuno, certamente soggetti che rifiutano i valori del rispetto e della convivenza civile. Alla senatrice esprimo la mia personale vicinanza e quella di tutte le istituzioni del territorio”.
Intanto sui social, il sindaco Biancani, che aveva definito gli odiatori delle “bestie“, ha postato le sue riflessioni aggiungendo: “Non ho chiamato Liliana Segre anche perché è difficile trovare le parole quando si è davanti a soggetti del genere che meritano solo disprezzo”. E tra i commenti anche quelli di esponenti delle forze dell’ordine come Pierpaolo Frega che ricorda che la diffamazione è un reato ed invita la senatrice a sporgere denuncia. E aggiunge: “Questi soggetti capiscono bene solo l’avviso di garanzia e mettere mano al portafoglio per risarcire i danni procurati”.
Nel pomeriggio di ieri si sono poi seguite tantissime prese di posizione, a partire dal presidente del Senato, Ignazio La Russa che ribadisce “solidarietà personale e del Senato”. Il presidente della Camera, Lorenzo Fontana: “E’ fondamentale essere uniti nel contrasto all’odio”. Il senatore Antonio De Poli, dell’Unione di Centro, aggiunge: “Esprimo il mio affetto a Liliana Segre. Quello che è accaduto sui social è vergognoso”.
Parole di vicinanza alla senatrice da Francesco Verducci del Pd che parla di insulti “che sono un veleno inquietante e distorto”. Quindi Irene Manzi del Pd e Sandra Zampa (Pd). Il presidente dei senatori del Pd, Francesco Boccia, parla di “rigurgiti di odio”, quindi Sandro Ruotolo sempre del Pd. Col passare delle ore si sono aggiunti anche Giuseppe Conte dei 5 Stelle. Poi a seguire esponenti di tutti i partiti tra cui leader come Carlo Calenda, di Azione ed Elly Schlein segretaria Pd. Il figlio della Segre Luciano Belli Paci ricorda che la madre “non si fa spaventare”.
La senatrice Segre, che è ormai abituata a questo genere di insulti e ingiurie, non fa commenti. E aldilà di un suo possibile esposto al Procura di Milano (un altro venne archiviato, ndr), le forze dell’ordine attraverso i canali dell’intelligence stanno risalendo agli odiatori. Questo perché Liliana Segre, proprio per ruolo e posizione, passa in città oltre tre mesi di vacanza. E come commentava un esponente delle forze dell’ordine: “La madre degli imbecilli è sempre incinta”.
m. g.