Passaggi a livello, schianti e vandali: conto salato in Lombardia

In Lombardia un incidente su quattro furti e manomissioni per 300mila euro. Rfi: via altri 15 impianti entro fine anno

Incidente al passaggio a livello nel gennaio 2017

Incidente al passaggio a livello nel gennaio 2017

Milano, 19 giugno 2018 - Un incidente su quattro avviene sui binari dei passaggi a livello lombardi. Sette sui 27 registrati in Italia nel 2017, sei in più dell’anno precedente secondo il bilancio di Rfi (Rete ferroviaria italiana), la società del Gruppo Ferrovie dello Stato Italiane che gestisce 16.787 chilometri di infrastrutture. Sei morti e quattro feriti gravi in tutto. E tra i due lombardi c’è anche una vittima, un automobilista. Il bilancio è salato se agli incidenti si aggiungono i vandalismi. Furti di rame e manomissioni agli impianti sono in aumento, spiega Rfi: nell’ultimo anno sono costati allo Stato 300mila euro tra danni diretti (operazioni di manutenzione) e indiretti (ritardi provocati ai treni). Anche per questo la società del Gruppo Ferrovie dello Stato Italiane li sta chiudendo uno a uno.

In Lombardia ne sono rimasti 766 : 600 pubblici e 166 privati. I primi interessano attraversamenti stradali e incroci con la viabilità statale, provinciale o comunale. I secondi fondi agricoli. «Nel 2018 Rfi prevede di eliminare su tutto il territorio nazionale altri 125 passaggi a livello, di cui 86 in consegna a privati, per un investimento di circa 100 milioni di euro - fanno sapere dalla società -. Dal 2012 ad oggi in Lombardia sono stati eliminati 143 impianti. Quest’anno in accordo con gli enti e le amministrazioni locali è prevista l’eliminazione di ulteriori 15 attraversamenti». Funziona così: Rfi, d’accordo con la Regione e i Comuni di competenza, individua le sbarre da eliminare e propone l’infrastruttura alternativa per collegare le strade divise dalla ferrovia. Cavalcavia o sottopassi, l’opzione preferita dai territori ma anche la più costosa perché interrata.

La provincia con più passaggi a livello è Pavia con più di 200, un terzo della Lombardia. Precede Cremona con circa 140 e Mantova (un’ottantina). Sondrio, con i suoi 70 attraversamenti, è uno dei territori dove la chiusura di un passaggio a livello è più difficile. Il treno corre parallelo alla statale 38 che da Morbegno porta in Alta Valtellina e trovare collegamenti alternativi con la viabilità locale diventa difficile. Una settantina sono ancora le sbarre presenti a Brescia, quasi venti in meno a Bergamo. Varese è l’ultima provincia a superare i 40. Monza, Lecco e Milano ne contano tra i 30 e i 20, mentre Como e Lodi poco più di una decina a testa. «La causa più frequente di incidenti stradali in prossimità di passaggi a livello è imputabile al mancato rispetto del Codice stradale e all’adozione di comportamenti errati».

A provocare gli incidenti sono soprattutto i tentativi di “bruciare” la chiusura delle sbarre con veicoli che restano intrappolati in prossimità dei binari. «Automobilisti, motociclisti, ciclisti e pedoni sono distratti da smartphone e dispositivi elettronici - sottolinea Rfi -. Sottovalutano i rischi connessi all’attraversamento di un passaggio a livello, in corso di chiusura o già chiuso, mettendo in pericolo la propria vita e quella degli altri utenti della strada». Rfi sta correndo ai ripari con una nuova tecnologia in corso di installazione. Si tratta del sistema “Protezione automatica integrativa - passaggi a livello” (Pai-Pl), che rileva la presenza sui binari in prossimità dell’area all’interno delle barriere quando sono chiuse e blocca immediatamente la circolazione ferroviaria. Nell'ultimo ann, infine, il vandalismo è aumentato. Nel 2017 si sono registrati sei episodi riconducibili a furti di cavi di rame e più in generale alla manomissione di dispositivi e componenti degli impianti. La provincia maggiormente colpita è stata Pavia.