Genova, ritiravano i Folletti di anziani fingendo guasti e lo rivendevano: quattro arresti

Fra gli indagati due ex collaboratori dell'azienda tedesca che commercializza l'aspirapolvere

Alcuni prodotti della gamma Folletto (Internet)

Alcuni prodotti della gamma Folletto (Internet)

Oltre cento le truffe accertate, ma i numeri potrebbero aumentare ulteriormente, dato che per ora la lente dell'inchiesta si è concentrata quasi esclusivamente su Genova. Quattro persone sono state arrestate dai carabinieri della compagnia San Martino. Le accuse nei loro confronti sono molteplici: truffa, ricettazione e sostituzione di persona, aggravate dal fatto di aver profittato dell'età avanzata delle vittime. Il quartetto, ora, si trova ai domiciliari. L'operazione denominata "Folletto" è iniziata nel luglio 2020 e "ha permesso di individuare due soggetti genovesi", ex colalboratori della nota azienda tedesca Vorwerk, che da anni commercializza l'aspirapolvere battezzato proprio con il nome della creatura dei boschi, oltre a due loro presunti complici

I quattro, secondo gli accertamenti, avrebbero utilizzato sempre lo stesso modus operandi. Gli ex lavoratori per la Vorwerk si sarebbero finti ancora agenti della società di Wuppertal, città della Renania-Westfalia, presentandosi nelle abitazioni di persone anziane, alle quali in precedenza avevano venduto l'elettrodomestico. Prima avrebbero raccontato loro di un difetto di fabbricazione nell'aspirapolvere posseduto dalle vittime, poi li avrebbero convinti a consegnare i Folletti e gli accessori, rassicurandone la riconsegna a riparazione effettuata.

A quel punto scattava la seconda fase della truffa: gli aspirapolvere sarebbero stati rivenduti attraverso piattaforme di e-commerce, tra cui Market Place di Facebook, oppure ricettati attraverso l'attività commerciale degli altri due complici, sempre italiani, titolari di una ditta, con sedi a Genova e Senise vicino a Potenza, specializzata in riparazione e rivendita di elettrodomestici per la pulizia della casa. Ai due fratelli, consapevoli della provenienza illecita degli elettrodomestici, è contestato anche il reato di ricettazione. Una truffa che ha provocato un danno complessivo, a vittime e all'azienda, di circa 200mila euro.