Quanto costano allo Stato i 'furbetti' del reddito di cittadinanza

Negli ultimi tre anni quasi 50 milioni di euro sono finiti nelle tasche sbagliate

Aumentano i controlli ed emergono sempre più furbetti del reddito di cittadinanza

Aumentano i controlli ed emergono sempre più furbetti del reddito di cittadinanza

Il reddito di cittadinanza doveva essere un sostegno per le famiglie bisgnose ma, alla prova dei fatti, tante persone senza i requisiti ne stanno approfittando.

Secondo i dati raccolti dai carabinieri, tra il 2019 e il 2021, 48 milioni (di cui 41 solo quest'anno) di euro sono finiti nelle tasche di persone che hanno percepito il reddito di cittadinanza illecitamente. La crescita dei 'furbetti' rilevata negli ultimi tempi è da mettere in relazione al rafforzamento dei controlli, più che decuplicati tra il 2019 e il 2021. A certificare il miglioramento del lavoro delle autorità di controllo sono il crescente numero di redditi revocati: due anni fa, nel 2019, sono stati scoperti 10mila illeciti, per una cifra di poco inferiore al milione di euro; nel 2020 gli illeciti riscontrati sono quasi raddoppiati avvicinandosi a quota 20milaper una somma superiore a cinque milioni. Nel 2021, infine, i destinatari di reddito controllati sono stati 156.822 e sono risultati ben 41 milioni distribuiti erroneamente. 

Reddito di cittadinanza: cos'è e chi ne ha diritto

Il Reddito di cittadinanza è un sussidio statale che ha aiutato moltissime persone in grande difficoltà economica. Ma quali sono i requisiti necessari per richiederlo? Il sostegno statale, come spiegato sulla piattaforma del governo, viene erogato ai nuclei familiari in possesso cumulativamente, al momento della presentazione della domanda e per tutta la durata dell’erogazione del beneficio, di specifiche caratteristiche. La prima discriminante sono i requisiti di cittadinanza, residenza e soggiorno.  Il richiedente deve essere un cittadino maggiorenne, italiano o dell'Unione europea o, in alternativa, di un paese terzo ma con regolare permesso di soggiorno. Altro punto chiave è la permanenza in Italia da almeno 10 anni di cui gli ultimi due in modo continuativo. Poi vanno considerati i seguenti requisiti economici: 

  • un valore ISEE (Indicatore della Situazione Economica Equivalente) inferiore a 9.360 euro 
  • un valore del patrimonio immobiliare in Italia e all’estero, diverso dalla casa di abitazione, non superiore a 30.000 euro;
  • un valore del patrimonio mobiliare non superiore a 6.000 euro per il single, incrementato in base al numero dei componenti della famiglia (fino a 10.000 euro), alla presenza di più figli (1.000 euro in più per ogni figlio oltre il secondo) o di componenti con disabilità (5.000 euro in più per ogni componente con disabilità e euro 7.500 per ogni componente in condizione di disabilità grave o di non autosufficienza).
  • un valore del reddito familiare inferiore a 6.000 euro annui, moltiplicato per il corrispondente parametro della scala di equivalenza (pari ad 1 per il primo componente del nucleo familiare, incrementato di 0,4 per ogni ulteriore componente maggiorenne e di 0,2 per ogni ulteriore componente minorenne, fino ad un massimo di 2,1, ovvero fino ad un massimo di 2,2 nel caso in cui nel nucleo familiare siano presenti componenti in condizione di disabilità grave o di non autosufficienza, come definite ai fini dell’ISEE). Tale soglia è aumentata a 7.560 euro ai fini dell’accesso alla Pensione di cittadinanza. Se il nucleo familiare risiede in un’abitazione in affitto, la soglia è elevata a 9.360 euro.