Tragedia Mottarone, incidente probatorio: il caposervizio Tadini non era stato formato

Ripresa l'udienza: dopo i periti, parola ai legali degli indagati e dei rappresentanti dei familiari delle vittime per le controdeduzioni. Il 23 maggio 2021 morirono 14 persone. Sotto la lente i registri e la posizione di Tadini che non era stato formato allo svolgimento del suo compito

Verbania, 21 ottobre 2022 - Riprende questa mattina alle 10 nell'aula Ravasio al Tecnoparco di Verbania Fondotoce, sede della Provincia del Verbano Cusio Ossola, l'udienza in camera di consiglio nell'ambito dell'incidente probatorio per la tragedia della funivia del Mottarone, costata la vita a 14 persone il 23 maggio 2021. Dopo aver ascoltato dai periti dei collegi informatico e delle cause, i legali delle parti in causa - i 14 indagati tra cui 12 persone fisiche e 2 società e i rappresentanti dei familiari delle vittime - oggi potranno porre domande e formulare eventuali controdeduzioni.

Le responsabilità

Intanto, a margine, emerge con sempre maggiore insistenza la domanda sulle responsabilità per i mancati controlli. Un interrogativo su cui insistono alcune parti civili, come l'avvocato Laura Bastia, che rappresenta famiglia di Roberta Pistolato, una delle vittime, salita sulla funivia il giorno della tragedia per festeggiare il suo quarantesimo compleanno con il marito Angelo Vito Gasparro. E sul tema insiste anche l'avvocato Pasquale Pantano, legale del gestore Luigi Nerini, che con altri colleghi aveva chiesto più di un anno fa di estendere l'incidente probatorio anche all'Ustif, l'ufficio periferico del Ministero incaricato di svolgere i controlli sugli impianti a fune. Pantano ieri ha parlato di "un'organizzazione esterna all'azienda che doveva funzionare e probabilmente non ha funzionato". In aula ieri ha assistito all'udienza la pm Olimpia Bossi; a lei spetterà, certamente dopo la conclusione dell'incidente probatorio, ogni decisione in merito all'eventuale coinvolgimento di altri soggetti nell'indagine.

I due principali indagati

Ieri hanno parlato i due principali indagati. Gabriele Tadini, caposervizio della funivia: "Ci penso sempre, tutti i giorni. È difficile superare la cosa, mi sento comunque responsabile". Ed Enrico Perocchio, direttore tecnico dell'impianto: "Dal 23 maggio dentro di me sono morto". Così, invece, l'avvocato Fabrizio Ventimiglia, che assiste il piccolo Eitan, unico sopravvissuto alla strage: "Leggendo la consulenza e ascoltando l'audizione dei periti abbiamo avuto la conferma che questa tragedia si sarebbe dovuta e potuta evitare".

Le omissioni

Oggi l'ultima parte dell'esposizione dei periti del collegio 'delle cause: verrà affrontata una parte molto delicata della ricostruzione dei fatti, quella che riguarda gli aspetti procedurali dei controlli di sicurezza, e in particolare la tenuta dei registri dei controlli. Nelle pagine del rapporto dei consulenti del gip dedicate a questo tema, quello della catena dei controlli, si leggono parole nette. I periti sottolineano che "la tenuta del Registro-giornale della funivia è risultata molto approssimativa e sicuramente censurabile (e ciò analogamente ad altra documentazione relativa all'esercizio) in quanto inadempiente rispetto al dettato normativo, sia in termini di incompletezza, che di assenza di informazioni in esso contenute".

Il ruolo degli "esterni"

Proprio qui si concentra l'attenzione della Procura che vuole vederci chiaro anche sul ruolo svolto dai controllori 'esterni' come l'Ustif, l'organismo periferico del Ministero dei trasporti che si occupa della sicurezza degli impianti a fune. Oggi in aula, dopo il completamento dell'esposizione del professor De Luca, capo dei periti del gip, inizierà la fase delle domande. Come prevede la procedura, comincerà la procuratrice Olimpia Bossi coi suoi consulenti Giorgio Chiandussi, Donato Firrao e Paolo Pennacchi.

I registri giornale

I registri giornale della funivia del Mottarone, nei quali devono essere riportati quotidianamente le annotazioni sull'esercizio dell'impianto, sono l'argomento principale. Secondo quanto confermato dall'avvocato Marcello Perillo, difensore di Gabriele Tadini, "i registri sono stati portati dalla procura in versione cartacea". Il legale ha anche ricordato che "il rilievo principale dei periti è che manca ispezione Ustif del 2020" L'udienza proseguirà con l'approfondimento del tema dei controlli sulla manutenzione e e delle relative responsabilita', "il cuore di questa perizia", ha concluso Perillo. 

Caposervizio non formato

Gabriele Tadini non era stato formato allo svolgimento del suo compito di caposervizio dopo la revisione globale della funivia del Mottarone nel 2016. La notizia è emersa a conclusione della prima parte della seconda udienza dell'incidente probatorio. A confermarlo è stato il professor Antonello De Luca, capo della commissione di periti nominati dal Gip. Secondo quanto spiegato dal professore, quando Tadini, nell'ottobre 2017, ha nuovamente assunto le funzioni di caposervizio - che dall'agosto del 2016 erano state attribuite ad un altro dipendente - non era stato formato alla gestione tecnica della funivia che nel frattempo, era stata completamente revisionata ed aggiornata con l'impiego delle nuove tecnologie informatiche.

La formazione specifica, invece, era stata erogata al precedente caposervizio, autorizzato dall'Ustif, Carlo Samonini. A quell'epoca, per partecipare alla gara indetta per la revisione generale e la gestione della funivia, fu costituito un raggruppamento di impresa tra la societa' di Luigi Nerini, la Ferrovie del Mottarone (al 20%) e la Leitner di Bolzano (all'80%).De Luca ha sottolineato come il compito della formazione del caposervizio spetta al direttore di esercizio, che in quel momento era gia' Enrico Perocchio, dipendente della Leitner.