VALENTINA RIGANO
Cronaca

Palazzina esplosa a Rescaldina, i pm: strage

L'ipotesi della Procura. Verifiche sul ruolo della vittima sotto inchiesta anche la moglie. Si indaga sui guai economici

La palazzina esplosa a Rescaldina

Rescaldina (Milano), 12 maggio 2018 - Strage. La Procura di Busto Arsizio l’ha messo nero su bianco. Gli inquirenti hanno aggravato l’ipotesi di reato relativa all’esplosione dell’appartamento al piano terra di una palazzina di Rescaldina, nell’Altomilanese, che il 31 marzo scorso ha causato il crollo parziale dello stabile e il ferimento di otto persone, tra cui quattro bambini, e la morte del 45enne sergente maggiore dell’Esercito Saverio Sidella, deceduto dopo 18 giorni di agonia all’ospedale Niguarda. Fino a ieri il fascicolo relativo al disastro parlava di «crollo colposo di edificio».

I due nomi iscritti nel registro degli indagati, secondo quanto confermato dal procuratore Gianluigi Fontana, sono quelli di Saverio Sidella, iscritto quando era ancora in vita, e sua moglie, Maria Cristina Segreto. Le indagini e gli approfondimenti, un atto dovuto per risalire alla causa del crollo che ha costretto diverse famiglie al trasloco, si starebbero concentrando anche sulla situazione familiare dei Sidella, dal punto di vista economico non affatto rosea tanto che, a distanza di qualche giorno dalla tragedia, per loro era previsto lo sfratto esecutivo. Forse nella paura di non avere via di uscita, ci sarebbe il movente del presunto gesto doloso. Cosa abbia provocato tali difficoltà, dato l’impiego solido del 45enne, è ancora al vaglio degli inquirenti. Stando a quanto emerso dalla consulenza degli esperti, vigili del fuoco e periti incaricati dalla Procura di Busto Arsizio di stabilire la dinamica del disastro, a causare la deflagrazione dell’appartamento al piano terra dei Sidella sarebbe stata un’imponente fuga di gas, presumibilmente dolosa.

Ora si è in attesa di ulteriori certezze per poter comprendere a pieno chi e quando avrebbe presumibilmente deciso di provocare la fuga di gas alla base del disastro. Non è stato reso noto, infatti, se vi siano risultanze investigative certe sulle rispettive responsabilità di Sidella e Segreto, o se uno dei due sia stato indagato solo per atto dovuto, rispetto all’altro. Resta da stabilire inoltre se alle 7.37 del 31 marzo scorso, a innescare l’esplosione sia stato uno dei due coniugi per mezzo di una fiamma libera e se l’altro ne fosse a conoscenza, o se a far saltare l’appartamento saturo di gas, sia stato un contatto di un elettrodomestico. Il più vicino al punto di deflagrazione, per le ustioni riportate che ne hanno provocato la morte, sarebbe stato però il 45 enne. Appena dimessa dall’ospedale milanese di Niguarda, appresa la notizia della sua iscrizione nel registro degli indagati tramite un articolo postato su un gruppo facebook, Cristina Segreto ha commentato: «Mettete a tacere le bocche», riferito ai giornalisti. La notizia la si è appresa proprio ieri, giornata in cui il Governatore Attilio Fontana ha consegnato a Legnano cinque appartamenti dell’Aler agli ultimi sfollati della palazzina.