Brescia – Dalla sanità per tutti alla sanità per censo. Una sintesi estrema, ma questo è il trend preoccupante che traspare dalle statistiche e, ancor di più, dall’esperienza quotidiana di chi ha un osservatorio diretto sulle povertà. Le statistiche, innanzitutto: secondo l’ultimo rapporto su povertà ed esclusione sociale in Italia pubblicato a Novembre 20241 da Caritas Italiana, sono in aumento i cittadini che hanno dovuto rinunciare a prestazioni sanitarie ritenute necessarie a causa di problemi economici o problemi di accesso legati alle liste di attesa: dal 7% nel 2022 si passa al 7,6% nel 2023 (circa 4,5 milioni di persone).
Numeri che sono in linea con quelli pubblicati dall’Istat, che vedono la Lombardia a metà classifica (undicesima) per numero di cittadini che rinunciano alle cure, circa il 7,2%, in netto aumento rispetto al 5,4% del 2018 e al 6,8% del 2022. L’accesso alla sanità è dunque negato a chi non si può permettere di pagare le cure di tasca propria. E la situazione è in grave peggioramento, perché nel 2018 i lombardi in questa condizione erano il 5,4% mentre oggi sono al 7,2%, in aumento anche rispetto al 6,8% del 2022. Con il 25% della spesa per la salute a carico dei cittadini, di fatto non tutti sono più in grado di provvedervi autonomamente, con tre tendenze in aumento: le condizioni delle famiglie povere con bambini 0-3 anni, la grave marginalità adulta delle persone senza dimora e la povertà in solitudine degli anziani.
Un quadro che è ben evidente anche a livello locale: proprio alla povertà sanitaria è dedicato il Flash Report pubblicato dall’Osservatorio delle Povertà e delle Risorse di Caritas Diocesana di Brescia, secondo cui la sanità per censo sta diventando un rischio concreto. “Nel report – spiega Diego Mesa, responsabile dell’Osservatorio – si mostra che le famiglie indigenti hanno ricevuto aiuti dalle Caritas parrocchiali bresciane soprattutto per far fronte agli aumenti delle utenze domestiche, al pagamento degli affitti e delle spese per istruzione e formazione dei figli comprimendo le richieste riguardanti gli aiuti sanitari. Quando tuttavia, a partire dall’emergenza Covid-19, Caritas Diocesana ha istituito un fondo dedicato alla spesa sanitaria, gli aiuti per le spese per medicinali, visite e presidi medici sono passati dai 31.000 euro del 2020 agli oltre 122.000 del 2023”.
Al fondo Ti.conto salute si sono rivolte inoltre 644 persone per pagare farmaci, ticket per esami diagnostici, ticket per visite, interventi odontoiatrici urgenti, presidi medici. La tutela della salute delle persone in situazione di grave marginalità è ancora più problematica. Dei 372 interventi sanitari effettuati nel 2023 dall’unità infermieristica presso la mensa Menni, il 21% ha riguardato medicazioni in loco, il 35% l’orientamento presso servizi socio-sanitari specialistici.