Coronavirus in Lombardia, indice R0: preoccupa Sondrio

Con 0,85 prima in regione per lo studio firmato Università dell'Insubria. Bergamo e Brescia a 0,80

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Milano, 26 maggio 2020 - È la fase dell’equilibrio , della capacità da un lato di non disperdere i risultati sul contenimento dei contagi ottenuti con la "fase 1" e dall’altro di poter proseguire aperture e riduzione delle limitazioni della "fase 2". La riconquista della normalità, oppure di una convivenza sotto controllo con il virus, è un percorso che si muove a cavallo di un filo sottile che separa la ripresa su larga scala dei contagi e la loro fine, un confine tra i due scenari dello sviluppo di un’epidemia che ha come indicatore il valore R0, l’ormai familiare numero che indica la contagiosità di una malattia, intesa come potenziale trasmissibilità del virus. Quel numero che se è maggiore di 1 indica che ogni infetto contagia in media più di un’altra persona (se R0 è 2 ne infetta in media 2, se è 3 in media sono 3, ecc...) e quindi l’epidemia è in una fase di diffusione, mentre se R0 è inferiore a 1 indica che un infetto mediamente contagia meno di una persona, quindi le trasmissioni del virus rallentano e, con R0 vicino a 0, l’epidemia si estingue da sola.

Il valore R0 può essere misurato per ogni territorio colpito dal contagio, ma è frutto di calcoli differenziali complessi tanto che è raro trovare la sua misurazione per ogni luogo, come il dettaglio di tutte le province lombarde. Fin dall’inizio dell’epidemia Davide Tosi, professore del Dista (Dipartimento di scienze teoriche ed applicate) dell’università degli Studi dell’Insubria, segue l’andamento dei contagi e, a partire dai dati ufficiali diffusi dalla Protezione civile e dalla Regione Lombardia, elabora modelli matematici sullo sviluppo della situazione. Alla fine della scorsa settimana ha pubblicato l’ultimo aggiornamento di "Andamento del Tasso di Contagiosità R0(t) in Italia, Regione Lombardia e Province Simbolo", uno studio che presenta le misurazioni di R0 dall’avvio dell’epidemia e che, a differenza di altri, raggiunge il dettaglio di tutte le 12 province lombarde. L’ultima versione, con dati aggiornati al 22 maggio, è quello che permette di vedere i primi effetti della "fase 2" rispetto al periodo di lockdown che ha abbassato R0 in tutta la Lombardia.

«L’andamento di R0 è stabile da inizio maggio sotto il valore 1 – spiega Davide Tosi –, c’è stata una lieve risalita come era prevedibile con l’inizio della fase 2, ma nella media della Lombardia non ha più superato il valore di 0,80: è un valore che dice che la situazione è sotto controllo, ma non è ancora risolta". Il raggiungimento di almeno 0,5 per R0 è la soglia considerata di relativa tranquillità per poter tornare a uno stile di vita quasi normale. "Se non ci fosse stata la fase 2 le previsioni dicono che si sarebbe già arrivati a R0 vicino a 0,5 in tutta la Lombardia – spiega Tosi –, un valore che per ora è stato raggiunto in provincia di Lodi e Cremona perché sono state le prime in cui sono state applicate misure stringenti". Ma a sorpresa, più che Lodi, ferma a 0,65 (la migliore), e Bergamo o Brescia (con 0,80), il territorio con l’indice più alto è Sondrio, 0,85. Nonostante i casi in numero assoluto siano bassi. È però anche una questione di prospettive.

«Con l’avvio della fase 2 anche a Lodi e Cremona R0 è risalito", aggiunge il professore. Come proseguirà l’andamento di R0 ora dipende dai comportamenti di ciascuno e "con valori ancora di poco sotto 1 – avverte il professore – basta poco per creare nuovi focolai e far riprendere la diffusione del virus. È quindi fondamentale il monitoraggio della situazione per agire subito in caso emergano segnali di ripresa dei contagi". E serve anche una corretta comunicazione perché "si sente dire da un po’ di giorni che il virus si è indebolito. Ma è sbagliato: non è il virus a essere cambiato ma il contesto in cui si diffonde. Rispetto a marzo, quando l’epidemia è iniziata all’improvviso e senza preparazione, ora ci sono molte più conoscenze sul virus, vengono prese precauzioni, si fanno controlli: tutto lascia intendere che la situazione si può gestire, probabilmente ci sarà ancora un lieve rialzo di R0 con l’aumento delle riaperture, ma bisogna imparare a saper convivere con un rischio che non è ancora superato: bisogna riuscire a mantenere l’equilibrio di R0, portarlo verso il basso fino a far esaurire la trasmissibilità del virus".