Coronavirus in Lombardia, rallenta il contagio ma non i ricoveri: +300 in un giorno

Numeri in calo nelle terapie intensive. Foroni: "La sfida è ancora lunga"

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Milamo, 19 aprile 2020 - Continua a calare il numero di contagi in Lombardia, così come il numero di ricoverati in terapia intensiva, ma non è ancora il tempo di mollare la presa. E' questo in sintesi il messaggio dell'assessore regionale al Territorio e Protezione civile Pietro Foroni che oggi ha fatto il punto sull'emergenza coronavirus in Lombardia a quasi due mesi dalla scoperta del cosiddetto paziente 1 di Codogno. "Il dato positivo, a parte il rallentamento dei contagi, è quello di un trend consolidato della diminuzione dei ricoverati in terapia intensiva che sono 922: -25, mentre ieri era -24. Tra l'altro - prosegue Foroni - oggi l'ospedale Niguarda ha liberato un reparto covid e questa è un'altra buona notizia. Dall'altro lato, però, c'è il dato dei nuovi ricoverati in terapia non intensiva, che nei giorni scorsi aveva segnato sempre un calo e che oggi è a +300 contro il -585 di ieri. Questo dimostra che la sfida non è ancora vinta, che potrà essere lunga e non sappiamo quando finirà. Noi come cittadini dobbiamo prestare la massima attenzione e rispettare le norme vigenti perché basta poco perché riprenda il trend negativo". Non rallenta solo il numero dei contagi in Lombardia, ma cala anche il numero dei morti. I nuovi casi registrati oggi sono stati 856, un dato che fa salire il numero di positivi a 66.236. I morti sono 163 (contro i 199 di ieri), per un totale di 12.213 vittime covid. I dimessi sono stati 417, mentre i tamponi effettuati sono 8.824 (ieri 11.818) che porta il numero totale dei test a 264.155. 

I dati delle province

Contagi ancora in crescita a Milano e nelle provincie di Milano e Brescia con rialzi a tre cifre, mentre sembrano frenare i casi nel resto della Lombardia. In particolare in provincia di Milano i casi sono 15.825 (+279) a Milano città sono 6.549 (+128), mentre nell'area Bresciana sono 11.946 (+188, ieri erano 191). Mentre si allenta la pressione su Bergamo, con 60 nuovi positivi nelle ultime 24 ore (in tutto sono 10.689). A Lodi, dove due mesi fa è stato individuato il cosiddetto paziente 1, i nuovi contagi nelle ultime 24 ore sono 10 (in tutto 2.724 casi), quanti quelli registrati a Cremona (complessivamente 5.417 casi). A Como i nuovi casi sono 49 (in tutto 2.488), a Lecco si registrano +42 positivi al covid (in tutto 2.070). A Monza si registrano 56 nuovi casi nelle ultime 24 ore (complessivamente 4.098). A Mantova +42 nuovi casi (complessivamente 2.905), a Pavia + 46 (complessivamente 3.582), a Sondrio + 19 (956 casi in tutto), a Varese + 52 nuovi casi (complessivamente 2.158 positivi).

In Lombardia un esercito di volontari

"Sono trascorsi due mesi dal weekend del 21 febbraio nel quale a Codogno è partito il primo focolaio. I Comuni travolti per primi dallo tsunami del coronavirus, hanno mostrato grandissima responsabilità nel rispettare le restrizioni imposte e nell'accettare la situazione con comportamenti che hanno contribuito  fortemente a limitare l'avanzata del contagio in quella zona". Lo ha ricordato l'assessore Foroni, che ha anche sottolineato il lavoro fondamentale giocato nell'emergenza dai volontari della Protezione civile, specificando che nel periodo 22 febbraio-19 aprile sono state messe a disposizione oltre 77.000 giornate lavoro con punte di 3000 volontari al giorno". Tra le attività che hanno visto i volontari in prima linea anche il supporto logistico per l'allestimento di spazi per triage, assicurato in 22 punti pre-triage, l'aiuto ad allestire l'ospedale da campo a Bergamo. Oltre al trasporto di mascherine, tute e dispositivi di protezione individuale alle varie destinazioni e la distribuzione di circa 8 milioni di mascherine. Il loro - ha detto Foroni - è un lavoro spesso silenzioso ma preziosissimo".

Arrivano i camici made in Lombardia

Dopo le mascherine, la Lombardia passa a produrre anche i camici: lo ha annunciato Foroni, spiegando che ne saranno prodotti 725mila oltre a 37mila kit di camici, cuffie e calzari, tutto destinato agli operatori sanitari e marchiato CE. Per quanto riguarda le mascherine, Foroni ha detto che dall'inizio di aprile ne sono state distribuite 8 milioni e che domani ne verranno date altre 300mila ai lavoratori delle multi utility.

Bertolaso: ospedali covid in tutte le regioni sul modello lombardo 

"Ci devono essere gli ospedali Covid-19 in tutte le regioni secondo questi modelli", ossia l'ospedale creato in Fiera e quello realizzato nelle Marche "che possono essere perfezionati ma rappresentano una proposta concreta per affrontare e vincere questa tremenda guerra". Lo sostiene Guido Bertolaso, chiamato dal governatore lombardo Attilio Fontana per realizzare l'ospedale in Fiera a Milano per l'emergenza coronavirus, in un video. "Abbiamo già un ospedale covid in Italia ed è quello che è stato realizzato nella fiera di Milano, dal punto di vista tecnologico perfetto, una vera astronave che deve essere guidata da  gente che ne abbia le capacità e la competenza per togliere là dove è possibile i malati dagli altri ospedali della Lombardia in modo da farli ripartire secondo le loro funzioni originali e poi per prepararci a eventuali seconde, terze, quarte fasi durante le quali possiamo dover sopportare nuove epidemie" sottolinea Bertolaso, secondo cui si tratta di "una strategia più ampia di cui il Paese si deve dotare garantendo riserve strategiche per il futuro per evitare di nuovo problemi con i tamponi, le mascherine, il materiale di protezioni, tutto ciò che serve per gestire l'epidemia; con dei medici e degli infermieri preparati che sappiano come intervenire nelle famiglie ed evitare di riempire gli ospedali che comunque devono essere specializzati".

Fontana critico sulla riapertura a scaglioni

Non crede nella riapertura di alcune regioni prima delle altre, in particolare prima della Lombardia, il governatore Attilio Fontana, anche se su questo si rimette a quello che diranno i tecnici. "Le decisioni saranno prese tutti insieme sulla base delle valutazioni dei tecnici a tutela della salute ma non credo che si possa arrivare a quello perché l'Italia potrebbe rimanere zoppa".