Coronavirus, l’impero delle app regala Immuni

Milano, l’ascesa di Bending Spoons: ecco gli ingegneri scelti dal Governo per abbattere i contagi

I fondatori: Luca Ferrari, Francesco Patarnello, Matteo Danieli, Luca Querella

I fondatori: Luca Ferrari, Francesco Patarnello, Matteo Danieli, Luca Querella

Milano, 18 aprile 2020 - Bending Spoons , "piegare cucchiai". Il nome della società milanese scelta dal Governo tra 319 candidati per gestire la fase 2 dell’emergenza coronavirus con un’app che traccia i contagi è da film. “Matrix“, 1999: un bimbo riesce a piegare un cucchiaio solo con la forza del pensiero. Più o meno quello che avrebbero voluto fare i quattro giovani fondatori di questa società nata a Copenaghen (Danimarca) nel 2013 e rientrata subito in Italia, a Milano: "rendere flessibile quello che appare rigido". Visionari, forse. Ma non certo abbastanza per immaginare che vent’anni dopo sarebbero stati loro a dare all’Italia un progetto per uscire dalla chiusura. “Immuni“ è un’app sviluppata dalla software house milanese insieme ai poliambulatori lombardi del Centro Medico Santagostino e a un’altra realtà milanese: la società di marketing Jakala.

La licenza è stata donata alla presidenza del Consiglio dei ministri: nessuna spesa per lo Stato e "costi finanziati autonomamente" e "senza alcun corrispettivo per il suo impegno" dichiara la società. Funziona così (su base volontaria): l’app si scarica gratuitamente sul telefono. Se due persone si trovano a una distanza di rischio, inferiore a quella prevista dal distanziamento sociale (un metro circa), gli smartphone “si agganciano“ (tramite il bluetooth). A questo punto sarà possibile ricostruire a ritroso tutti i contatti: l’app infatti è in grado di memorizzare sul telefono una lista di codici identificativi anonimi di tutti gli altri smartphone “agganciati“ in precedenza.

“Immuni“ funziona anche come un diario clinico con le informazioni personali da aggiornare con eventuali sintomi e cambiamenti sullo stato di salute. "Sono molto orgoglioso della passione, abnegazione e competenza dei nostri ingegneri, scienziati e di tutto il team Immuni. Abbiamo fatto, e faremo, del nostro meglio" commenta l‘amministratore delegato Luca Ferrari, uno dei quattro giovani fondatori (con Francesco Patarnello, Matteo Danieli, Luca Querella e Tomasz Greber) che dalla Danimarca (per motivi di studio) hanno subito scelto di mettere radici nel cuore della movida milanese, in corso Como, per far decollare la società. Dal 2018 al 2019 il fatturato è raddoppiato, da 45,5 milioni di euro a 90. Le app - di salute, sicurezza, intrattenimento - sviluppate sono una dozzina, oltre 200 milioni i download complessivi e 270mila i nuovi utenti al giorno. Le risorse umane aumentate del 70%: ingegneri, esperti di marketing e di big data con età media intorno ai 28 anni. Giovani con quella scena da film in testa: il bambino che piegava cucchiai di metallo con il pensiero. "Siamo determinati a riuscirci dall’Italia per dimostrare che non serve essere in Silicon Valley per costruire un’azienda vincente su scala globale".