Il cambiamento climatico spiegato con tre foto satellitari

Un ghiacciaio, un lago e una valle: tre luoghi dove il riscaldamento globale ha mutato radicalmente la faccia della Terra

Foto satellitari provenienti da Google Earth Timelapse

Foto satellitari provenienti da Google Earth Timelapse

Il cambiamento climatico, a saperlo guardare, si manifesta continuamente. Siccità, cicloni, incendi, esondazioni, grandinate improvvise: la frequenza di questi eventi è direttamente correlata con il riscaldamento globale. Ma questo non è l’unico aspetto: l’aumento delle temperature cambia radicalmente anche la mappa della Terra.

Guardando il pianeta dallo spazio, il mutamento è spesso evidente. Attraverso le foto satellitari di Google Earth Timelapse, il Giorno ha selezionato tre luoghi dove nell’arco di 35 anni il volto terreste è notevolmente cambiato: un ghiacciaio, un enorme lago e una valle.

Iniziamo da quello che è forse l’effetto più manifesto del cambiamento climatico: lo scioglimento delle formazioni di ghiaccio. Un problema che, in Italia, ci riguarda da vicino. Nel corso del XX secolo le Alpi sono state una delle aree più colpite dal riscaldamento globale, con un aumento delle temperature medie di 1.2 °C. Negli ultimi 150 anni, i ghiacciai dell'arco alpino si sono ridotti di oltre due terzi.

Il ghiacciaio Columbia, in Alaska

Ma il problema riguarda tutto il mondo. Il ritiro del ghiacciaio Columbia, in Alaska, è stato innescato dall’aumento delle temperature dell’aria e dell’acqua. Ora, contribuisce all'innalzamento globale del livello del mare, principalmente attraverso il distacco dell'iceberg. Questo ghiacciaio rappresenta quasi la metà della perdita di ghiaccio di tutte le montagne Chugach, la principale catena dell’area.

Altre volte l’attività dell’uomo impatta in modo diretto e indiretto, creando un circolo vizioso. L’essiccazione dal mare d’Aral (che in realtà è un lago) è stata causata dallo sfruttamento forsennato delle risorse idriche dei due immissari principali, Amu Darya e Syr Darya, per compensare la crescente siccità dell’area. Questo, però, ha peggiorato a sua volta il clima della zona.

Il mare di Aral, tra Uzbekistan e Kazakistan

L’aumento generalizzato delle temperature nella zona è maggiore nell’area del lago: il restringimento del mare incide direttamente dal 50 al 66 per cento – a seconda delle stagioni – sul riscaldamento. Dal 1960 al 2000, la temperatura media mensile dell'aria è aumentata da 2°C a 6°C in estate, sopra e intorno al mare.

Il Centro di monitoraggio per gli sfollati interni ha calcolato che 23,9 milioni di persone hanno dovuto trasferirsi nel 2019 a causa di disastri connessi al cambiamento climatico, la maggior parte dei quali a causa di siccità.

La zoina di Saint Augustin, in Madagascar

In Madagascar, è in corso una delle peggiori siccità della storia planetaria: in molte aree la terra è troppo arida per essere coltivata e distrutto i raccolti. Negli ultimi quattro anni, la grave mancanza di pioggia ha portato all'esaurimento delle fonti di cibo e al prosciugamento dei fiumi. Il cambiamento climatico ha portato anche a tempeste di sabbia che hanno coperto terreni precedentemente coltivabili fino a renderli sterili.

"È inequivocabile che gli esseri umani stanno influenzando il riscaldamento dell'atmosfera, dell'oceano e della terra", hanno concluso le oltre 14mila ricerche analizzate dai 234 studiosi dell’Intergovernmental Panel on Climate Change (IPCC) delle Nazioni Unite.

Secondo gli autori del rapporto, un ulteriore aumento delle temperature è inevitabile, ma non è troppo tardi per impedire che aumenti di più di 1,5°C nei prossimi decenni. Le conseguenze, altrimenti, sarebbero disastrose: scioglimento dell'Artico, cambiamento delle correnti oceaniche, innalzamento del livello dei mari, aumento esponenziale di eventi climatici estremi come siccità, cicloni, incendi e violente nevicate.