Coniugi scomparsi a Bolzano: il figlio Benno resta in cella

Il Riesame boccia la richiesta di scarcerazione. Si cerca il corpo del padre Peter nell'Adige

Benno Neumair e, a destra, mamma e papà scomparsi

Benno Neumair e, a destra, mamma e papà scomparsi

Bolzano, 11 febbraio 2021 - Benno resta in carcere. Il tribunale del Riesame di Bolzano ha respinto l'istanza presentata dagli avvocati del trentenne insegnante di matematica e appassionato di fitness, in carcere da fine gennaio con l'accusa di aver ucciso i genitori, Peter Neumair e Laura Perselli, insegnanti in pensione, e di averne gettato i corpi nell'Adige, il fiume che per ora ha restituito solo i resti della madre. A dare notizia della decisione è stata la procura di Bolzano, competente per il caso, attraverso una nota.

Quest'oggi, intanto, sono riprese le ricerche nell'Adige del corpo di Peter, scomparso dal 4 gennaio scorso insieme alla moglie Laura, dopo il "falso allarme" degli ultimi giorni. Intanto, in quello che ormai è noto come il giallo di Bolzano, spuntano nuovi dettagli sulla personalità e il passato di Benno, il figlio della coppia, tuttora in carcere con l'accusa di aver assassinato i genitori e averne gettato i corpi nell'Adige. 

Da questa mattina i sommozzatori dei vigili del fuoco hanno cominciato a immergersi nelle acque del fiume. Rispetto a ieri, quando l'avvistamento di una sagoma compatibile con una figura umana si è rivelato fallace e sei "tuffi" non sono bastati a ottenere risultati, la giornata è più limpida, dettaglio che permette di poter godere di una maggiore visibilità. Le acque, però, sono torbide, per la tanta sabbia che si è depositata sui fondali in seguito alle piogge di questi giorni e l'effetto scioglimento delle nevi. Da stamattina a solcare l'Adige c'è un motoscafo del corpo permanente dei vigili del fuoco di Bolzano.

Nel frattempo è convocata una riunione del coordinamento delle ricerche per indivudare altre azioni utili a centrare l'obiettivo. Si ragiona sulla zona da setacciare e sui metodi da impiegare, dati i molti giorni passati dalla scomparsa di Peter e Laura.  Anche la diga di Mori, a una novantina di chilometri a sud del ponte di Ischia Frizzi, sul quale sono state trovate tracce di sangue compatibile con quello di Peter, viene costantemente monitorata. Per le ricerche si sfruttano le potenzialità dell'ecoscandaglio, strumento che attraverso impulsi sonori segnala su uno schermo la presenza di oggetti "interessanti" per la ricerca. Non è escluso, intanto, che oggi o nei prossimi giorni si possa procedere nuovamente con l'abbassamento delle acque del fiume, operazione che sabato scorso aveva consentito di recuperare il corpo della moglie di Peter, Laura.

Il figlio della coppia, quindi, continuerà a restare nel carcere di Bolzano, dove si trova da fine gennaio con l'accusa di omicidio volontario e occultamento di cadavere. Benno, 30 anni, insegnante di matematica alle scuole medie e appassionato di fitness, dalla sua cella continua a dichiararsi innocente. Alla notizia della scoperta dei resti della madre, secondo i suoi legali, sarebbe scoppiato a piangere. "Mamma non c'è più, mamma non c'è più", avrebbe detto. Secondo gli investigatori, comunque, il rapporto con i genitori sarebbe stato piuttosto conflittuale. Fu proprio il padre Peter, nell'autunno dell'anno scorso, a recarsi in Germania dove Benno viveva per recuperare il figlio e riportarlo a casa.

A quanto è emerso, anche nei servizi della trasmissione Chi l'ha visto?, il periodo trascorso all'estero sarebbe un capitolo oscuro nella vita di Benno. A luglio fu portato in ospedale, dove venne sottoposto all'equivalente del trattamento sanitario obbligatorio italiano, dopo aver minacciato con un coltello la fidanzata di allora. Venuti a sapere dell'accaduto i genitori si sono allarmati e hanno deciso di andare a "riprendersi" il figlio che sarebbe tornato in Italia in condizioni fisiche inaccettabili per un patito di fitness come lui. Smagrito ed emaciato, familiari e amici avrebbero fatto fatica a riconoscerlo. Da questo autunno, tornato ad allenarsi, ha iniziato a ricostruirsi la forma che sfoderava nei video di fitness pubblicati su YouTube. Peccato che, oltre alle sedute con i pesi, fossero ricominciati anche i litigi con i genitori. Culminati, per il momento solo secondo gli investigatori, nel doppio omicidio per cui Benno si trova in carcere.

La difesa di Benno, intanto, ha nominato come perito l'anatomopatologo Eduard Egarter Vigl, battezzato all'epoca dalla stampa il "medico di Oetzi". Per quasi 20 anni Egarter Vigl si occupò al Museo Archeologico di Bolzano, della conservazione e delle ricerche sulla famosa mummia del ghiaccio. Aveva anche collaborato a un progetto di ricerca su Tutankhamon. Fino al 2009 fu primario di anatomia e istologia patologica dell'ospedale di Bolzano.