Astrazeneca, nel pomeriggio il verdetto dell'Ema

Quasi certo il semaforo verde alla ripresa delle sommministrazioni nei 16 Paesi Ue che le avevano sospese: chi si rifiuta sarà vaccinato molto più avanti

La campagna di vaccinazione potrebbe ripartire a pieno ritmo

La campagna di vaccinazione potrebbe ripartire a pieno ritmo

Amsterdam - L’attesa è solo formale, perchè con quasi piena certezza attorno alle 17 il quartier generale dell’Ema di Amsterdam  confermerà il via libera all’utilizzo del vaccino anglo-svedese AstraZeneca, oggi bloccato da sedici Paesi dell’Unione europea in attesa di accertamenti e sviluppi delle indagini conoscitive, dopo i casi di complicazione e qualche episodio di morte dopo l’inoculazione del vaccino. L’azienda si è sempre difesa con i numeri, sostenendo di fatto che si partla di un decesso ogni milione di dosi. La pronuncia di Emer Cook, l’irlandese responsabile dell’Agenzia Ue, dovrebbe dunque essere positiva, e raccomandare agli Stati membri, tra cui l’Italia, di riprendere le vaccinazioni con il siero anglo-svedese.

Di fatto, dunque, da domani chi si era prenotato dovrebbe vedersi riconfermato l’appuntamento con l’ago e la siringa. E a chi volesse rinunciare, hanno precisato fonti del Ministero, non sarà negata una seconda opportunità, ma finirà in fondo alla coda. In tutta Europa, la sospensione del vaccino AstraZeneca ha determinato una pesante battuta d‘arresto della campagna vaccinale in atto, dovuta proprio al fatto che la produzione di tutti i vaccini approvati finora è insufficiente a coprire la richiesta o anche solo a rispettare gli impegni contrattuali. Per l’Italia si era temuto che l’obiettivo dell’immunità di gregge, atteso per il 30 settembre con l’80% di copertura della vaccinazione sul territorio nazionale, slittasse a oltranza.

Anche perché le consegne di Pfizer e Moderna restano contingentate (nessuna super produzione o super fornitura) e quelle dell’attesissimo vaccini monodose Johnson e Johnson della Janssen sono in arrivo solo a fine mese. Ma il semmaforo verde ad AstraZeneca potrebbe rimescolare le carte. Con l’incognita del fattore psicosi (in molti nei primi giorni di allarmismo avevano disdetto la prenotazione). Fattore che però sembra in buona parte essersi sgonfiato, anche grazie a una campagna di informazione più oculata e dettagliata.

I test inglesi suggeriscono che non c`è alcun aumento del rischio di trombosi con il vaccino realizzato da AstraZeneca. Lo aveva affermato ieri il consigliere medico del governo britannico, professor Jonathan Van-Tam, spiegando che “i vaccini non salvano vite se restano nei frigoriferi”, e definendo inadeguato lo stop alla somministrazione del vaccino per casi isolati di coagulazione del sangue. Al contempo anche l’Ema aveva precisato che “non c`è alcuna indicazione che la vaccinazione abbia provocato queste condizioni”. L`organo regolatore ha sottolineato ieri di essere “fermamente convinto” che i benefici del vaccino AstraZeneca superino i rischi, ma ha chiarito che è in corso “un’analisi molto rigorosa”. Il primo ministro del Regno Unito, Boris Johnson, ha detto da parte sua che si vaccinerà presto e che riceverà la dose “Oxford/AstraZeneca”, a sostegno a questo tipo di somministrazione.