Frankie hi-nrg: l’isolamento ci ha reso peggiori

Nel singolo “Nuvole“ i giorni scorrono lenti, dietro una finestra, nel quartiere di Cremona dove l’artista vive da anni

Frankie hi-nrg mc, pseudonimo di Francesco Di Gesù, 51 anni

Frankie hi-nrg mc, pseudonimo di Francesco Di Gesù, 51 anni

Cremona, 22 novembre 2020 - Nel nuovo singolo “Nuvole” i giorni scorrono lenti “oscuri e trasparenti” dietro quelle finestre divenute per Frankie hi-nrg mc una specie di Colonne d’Ercole; di qua il mondo conosciuto, di là l’inesplorato. Quello del quartiere 9 di Cremona dove Frankie-Francesco (Di Gesù) vive ormai da anni.

La claustrofobia di “Nuvole” incupisce abbastanza le visioni del precedente singolo “Estate 2020”. "Si tratta di sguardi al medesimo mondo da punti d’osservazione differenti. Le due canzoni nate in sequenza all’interno di un gruppetto realizzato assieme a Leonardo ‘Fresco’ Beccafichi durante il lockdown primaverile. Quando sei isolato, infatti, puoi andare alla finestra e scriverci col pennarello ‘hic sunt leones’, perché il mondo da esplorare diventi tu".

In “Estate 2020” il clima era più lieve. "Perché quel brano era mosso innanzitutto il desiderio di liberarsi della compressione accumulata in primavera. Un pezzo solo ‘travestito’ da hit estiva, perché a guardarci dentro si trovano molti dei temi di ‘Nuvole’, che è sicuramente più nelle mie corde".

Il video di “Nuvole” esprime bene la dispnea del brano. "Le mie parti le ho girate senza uscire dal portone del mio palazzo. Nel pezzo le strofe sono strette in spazi angusti, proprio come quelli in cui mi agito io davanti alla telecamera, unica figura illuminata nell’oscurità di casa. Questo perché siamo i soli punti-luce nel buio di questi giorni. Un buio con cui però dobbiamo, imparare a convivere se vogliamo evitare di farci prendere dal panico".

Ci sono pure riprese in esterni. "Quelle le ha girate il regista Gaetano Morbioli in un quartiere periferico di Verona, ma potrebbero essere sobborghi di qualsiasi altra città. In strada ho voluto che la camera si soffermasse sullo sguardo muto di ragazzi che, davanti al mondo malato ricevuto in eredità dalla mia generazione, pretende delle risposte".

Il “lockdown” sembrava aver accentuato i valori della solidarietà e dell’unità. Lei invece nel pezzo parla di solitudine e di vicini minacciosi. "Ogni storia può essere raccontata con registri diversi. Vero che durante l’isolamento alle finestre o sui balconi ci siamo stretti al vicinato ma, passata la crisi, tutto è tornato più o meno come prima. Un po’ come quelle forti amicizie vacanziere di cui però, al momento dei saluti, rimane solo il classico ‘oh, però, sentiamoci".

Intende continuare a pubblicare canzoni isolate o ha in mente un progetto più strutturato? "Non ci vedo alcun male a scrivere una canzone e a proporla senza attendere di averne delle altre. Quindi l’idea è quella di proseguire su questa strada. Intanto sono arrivato a metà stesura del mio primo romanzo".

Di cosa si tratta? "Di una fiction ambientata nei primi anni Novanta in un non meglio identificato paesino umbro. I personaggi sono di fantasia e le località pure, ma, avendo vissuto a lungo a Città di Castello, m’è venuto naturale collocare il tutto in una cornice familiare".