Pandino, timbrava e tornava a casa: vigile “furbetto” alla sbarra

Il Comune sarà parte civile

Il vigile timbrava e tornava a casa

Il vigile timbrava e tornava a casa

Pandino, 20 luglio 2019 - Timbra e va a casa anziché cominciare il suo turno di lavoro. Non una, ma cinque volte (stiamo parlando delle assenze certificate) e quando siamo arrivati alla quinta in un lasso di tempo di pochissime settimane, da gennaio a febbraio di quest’anno, è arrivato il redde rationem. Un vigile di Pandino, nello scorso mese di marzo è stato chiamato dall’ufficio del personale del Comune e licenziato in tronco. Messo di fronte all’evidenza, non ha potuto giustificarsi in alcun modo. Ma non è finita, perché il Comune l’ha denunciato per truffa e l’ha trascinato in tribunale, dove la prima udienza è stata celebrata lunedì scorso.

La storia di questo ex vigile è piuttosto singolare. Qualche anno fa era stato al centro di un caso di molestie nei confronti di due impiegate del comune. Chiamato e messo di fronte alle sue responsabilità, aveva chiesto e ottenuto due anni di aspettativa per assistere anziani parenti, riuscendo a mantenere comunque il posto. Poi era rientrato ma all’inizio dell’anno qualcuno al quale era stato fatto presente il modo disinvolto del vigile di svolgere la sua attività, ha deciso di controllarlo più da vicino e lo ha sorpreso a timbrare il cartellino ma poi ritornarsene a casa. Di qui la decisione del licenziamento.

«Il Comune chiede un risarcimento per danni materiali e morali e si è presentato parte civile al processo - dichiara l’avvocato Francesco Milinterno che tutela gli interessi di Pandino - Attendiamo che venga avanzata un’offerta per chiudere questa triste vicenda». Ma lunedì davanti al giudice del tribunale di Cremona l’avvocato del vigile ha chiesto e ottenuto dal magistrato la messa in prova per il suo cliente. «In pratica - riferisce il legale - la legge consente di sospendere il giudizio e affidare la persona ai servizi sociali perché venga concordato un percorso lavorativo a favore della comunità. Il mio assistito dovrà svolgere attività lavorativa presso un centro per anziani o una comunità. Si è detto subito disponibile e attende di concordare con gli stessi servizi tempi e metodi della messa in prova. Il giudice ha già dato appuntamento alla fine di maggio del prossimo anno per esaminare il comportamento del vigile in questo periodo e decidere se chiudere definitivamente il procedimento oppure riprendere il processo. Infine, per quanto riguarda il risarcimento al comune, penso che in tempi ragionevoli riusciremo a trovare un accordo soddisfacente».