Il maestro Solbiati e la "formale imprevedibilità" di Schumann

Primo appuntamento con il compositore Alessandro Solbiati oggi alle 17 all’Auditorium Lattuada, corso di Porta Vigentina

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Incontri o meglio ritratti, sono i concerti che la Civica Scuola di Musica Claudio Abbado organizza per celebrare i 160 dalla fondazione. Primo appuntamento con il compositore Alessandro Solbiati oggi alle 17 all’Auditorium Lattuada, corso di Porta Vigentina 15a (ingresso libero). In programma “Quintetto in Mib op 44” di Schumann e di Solbiati “Albatros per flauto, clarinetto, piano-2019” e “Anthos-parte seconda per oboe 2016”. Passato e presente, Est e Ovest: le Americhe e l’Europa; fino al 20 aprile all’Auditorium la musica Alessandro Melchiorre, Ivan Fedele, il 28 maggio meeting a Villa Simonetta con compositori internazionali. Nato a Busto Arsizio, nel 1956, Solbiati racconta.

Due compositori, due epoche, al centro giovani interpreti e ascoltatori.

"Questi brani sono stati proposti a Orvieto e Mantova, apprezzati dai giovani e ne sono orgoglioso. Roberto Favero, direttore della Civica, vuole che ogni brano contemporaneo sia preceduto da un pezzo storico; prima dei miei verrà eseguito il Quintetto di Schumann, compositore adatto - nella sua meravigliosa bellezza e profondità ha un’estrema mobilità interna - un’imprevedibilità formale. Chi ama Schumann è aperto alla musica delXX e XXI secolo. Una cara amica diceva: “Quando ascolto la musica di Schumann mi sembra di entrare in una casa in disordine”, e io rispondevo: “Lo amo per questo...”".

Quando ha capito che sarebbe diventato un compositore?

"A 11 anni mentre arrangiavo canzoni su un organo elettrico, papà, che era medico, mi disse di provare a suonare qualcosa di personale. Una folgorazione, ho iniziato a inventare melodie, a “inciderle” sul registratore, finché mio fratello e gli amici m’invitarono a comporre la colonna sonora di uno spettacolo teatrale: avevo 16 anni e composi 45 minuti di musica. Entrato al corso di piano in Conservatorio con Luca Mosca capii che volevo scrivere musica, mi consigliò il corso di Franco Donatoni".

Come riesce a comunicare a un pubblico di tutte l’età?

"Negli studenti non noto diffidenza verso nuovi linguaggi musicali, c’è un po’ di chiusura nei docenti. Ho scritto 100 pezzi “Corde e martelletti” per under 14, li hanno suonati divertendosi, con libertà e curiosità".