Como, Rapinese ha le chiavi della città

Como, passaggio di consegne fra Mario Landriscina e il nuovo sindaco: "Tanti i nodi da sciogliere"

La stretta di mano in Comune tra nuovo e vecchio sindaco

La stretta di mano in Comune tra nuovo e vecchio sindaco

Como - Incoronato dagli elettori domenica scorsa, con un vantaggio di oltre 10 punti percentuali sulla sua avversaria, Alessandro Rapinese è diventato a tutti gli effetti sindaco di Como anche per la burocrazia dopo la firma sul decreto di nomina e l’incontro, avvenuto ieri, con il suo predecessore, Mario Landriscina, per confrontarsi sui dossier più scottanti e le urgenze da affrontare.

"Gli darò tutti gli elementi in mio possesso affinché lui possa fare le sue valutazioni e prendere le sue decisioni, ma non sta a me dargli consigli", ha spiegato l’ormai ex-sindaco che non ha nascosto di invidiare al suo successore la "straordinaria opportunità di governare una maggioranza assolutamente compatta, non costituita da più partiti". Proprio il limite principale del suo mandato caratterizzato da liti e dissidi continui, clamoroso il "divorzio" da Forza Italia che ritirò i suoi assessori per due anni. Scontri quelli nel centrodestra che a dir la verità proseguono anche oggi, ma per trovare il colpevole della clamorosa sconfitta che ha relegato all’opposizione le forze che per cinque anni hanno governato la città.

Il neosindaco Rapinese, dal canto suo, l’ha ringraziato, sfoderando una sorprendente pacatezza, ringraziandolo per i consigli ricevuti e dichiarandosi pronto a disturbarlo ancora se ce ne sarà bisogno. Tra le priorità in agenda ci sono le paratie, che però sta portando avanti la Regione. "Potranno piacere o non piacere, ma ormai per Como non sono più un problema", ha chiosato Landriscina. Poi c’è la Ticosa, quella sì un problema ancora irrisolto e probabilmente la sconfitta più cocente dell’ex sindaco. "A me è andata male – ha spiegato -. Ero partito anche discretamente bene, firmando un assegno pesante per l’acquisto dell’area. Ma poi è andata come è andata e il peso del fallimento pesa sempre sulle spalle del sindaco. La questione è un pastrocchio importante, tifo perché lui lo risolva". Un addio senza rimpianti quello di Landriscina. "Sedersi sulla poltrona di sindaco cambia tante cose: ho perso molti amici, altri ne ho trovati. Anche Rapinese deve mettere in conto queste difficoltà che incontrerà lungo il percorso. Ma faccio il tifo per lui affinché risolva i problemi della città".