Tessile, sul Lario l’export vola: ma c’è l’incubo caro energia

Como, gli imprenditori temono la tenuta del sistema per i rincari nonostante le vendite all’estero siano cresciute del 42% nei primi mesi dell’anno

Volano soprattutto gli acquisti nell’area Ue, verso il Regno Unito e gli Usa

Volano soprattutto gli acquisti nell’area Ue, verso il Regno Unito e gli Usa

Como, 18 settembre 2022 - Il caro energia rischia letteralmente di tarpare le ali all’industria tessile in un momento in cui il settore è in piena ripresa, grazie all’export che nei primi sei mesi del 2022 è cresciuto del 42%. Volano soprattutto gli acquisti nell’area Ue, verso il Regno Unito e gli Usa, ma è confortante il commercio anche verso il Sud America e il Medio Oriente. In particolare per la seta il mercato di riferimento è sempre la Francia, dove la maggior parte delle grandi maison della moda acquistano e utilizzano per i loro prodotti di altissima gamma solo i filati Made in Lario, ma la svalutazione dell’area euro ha soffiato sulle compravendite anche verso Messico, Corea del Sud, Svizzera, India, Turchia, Canada ed Emirati Arabi. In contrazione, per via dell’embargo e delle sanzioni, l’export verso la Russia che però anche in passato rappresentava un mercato significativo, ma non di riferimento per i tessuti comaschi.

"L’incremento dei prezzi spinge il dato a valore del nostro export – sottolinea il presidente di Unioncamere Lombardia, Gian Domenico Auricchio – la capacità delle imprese lombarde di competere sui mercati internazionali nonostante il peggioramento delle condizioni economiche è sempre molto forte. Lo sbocco sui Paesi esteri rimane determinante in vista anche delle difficoltà che stiamo già affrontando sul mercato interno e che potrebbero peggiorare nell’immediato futuro portando a contrazioni della domanda". Timori condivisi dal presidente del gruppo Filiera Tessile di Como, Federico Colombo.

"In questi ultimi mesi l’incidenza della bolletta energetica sul totale di tutti i costi produttivi dell’industria è balzata dal 4-5% al 40% - denuncia -. In queste condizioni non si può reggere a lungo e la soluzione non può essere certo trovata a livello locale. Occorre introdurre un price cap europeo sul prezzo del gas ed eliminando la speculazione che oggi caratterizza fortemente il mercato TTF di Amsterdam, è necessario inoltre disaccoppiare il costo dell’energia elettrica da quello del gas". Il Tessile chiede anche ristori e supporto finanziario per le aziende che si trovano di fronte a bollette che non possono pagare, infatti è impossibile siglare contratti di medio termine a prezzo fisso, dal momento che le quotazioni quotidianamente possono oscillare anche del 30%.