Frontalieri e smart working: a che punto siamo? Le mosse dei partiti

È stato approvato dalla camera dei Deputati un ordine del giorno bipartisan che impegna il governo a discutere con la Svizzera una nuova intesa

Smart working

Smart working

Como - Scaduto a inizio febbraio, con la mancata proroga dell’accordo tra Italia e Svizzera, potrebbe finalmente ottenere una nuova veste giuridica l’intesa sullo smart working per i lavoratori frontalieri divenuto una prassi consolidata durante l’emergenza Covid e poi adottato anche nei due anni successivi.

"Grazie alle continue pressioni del sindacato e dell’Associazione dei Comuni Italiani di Frontiera giovedì mattina è stato approvato dalla Camera dei Deputati un ordine del giorno bipartisan che impegna il Governo italiano a discutere quanto prima con la Svizzera un nuovo accordo sul telelavoro dei frontalieri - spiega in una nota il sindacato elvetico Ocst, al quale sono iscritti oltre 40mila lavoratori italiani - La proposta è sostenuta da tutte le forze parlamentari". Ad avanzare la richiesta sono stati i deputati varesini Andrea Pellicini di Fratelli d’Italia e Stefano Candiani della Lega, insieme al comasco Eugenio Zoffili anche lui del Carroccio, ma l’ordine del giorno è stato preparato con l’aiuto dell’onorevole Maria Chiara Gadda che è anche segretaria regionale di Italia Viva.

"Nel decreto mille proroghe non è purtroppo stata inserita l’auspicata misura per il telelavoro dei frontalieri, per una risoluzione transitoria, in attesa della ratifica definitiva degli accordi fiscali con la confederazione elvetica - spiega la deputata del partito di Matteo Renzi - Per questo ho presentato un Ordine del giorno che impegna il governo a una soluzione rapida, come aveva promesso il ministro Giorgetti poco prima delle elezioni regionali. Ora però attendiamo che si dia davvero corso a questo impegno".