La Lega dei Ticinesi presenta il conto: "I frontalieri paghino i tamponi"

Como, nuova polemica nei confronti dei lavoratori italiani prima accusati di essere gli untori

La dogana passaggio obbligato dei frontalieri

La dogana passaggio obbligato dei frontalieri

Como - Nei giorni in cui l’Italia propone di creare un’area Covid free di una quarantina di chilometri a cavallo del confine e in Svizzera, c’è chi minaccia di trattenere dai ristorni il costo per i tamponi dei frontalieri. E’ l’ennesima provocazione che arriva dalla Lega dei Ticinesi, pronta a presentare il conto anche quando si tratta di salute collettiva. "Se testare è importante, è tuttavia altrettanto importante che i costi dei test ricadano sui soggetti giusti. Non va bene che il contribuente elvetico sia sempre tenuto a pagare per tutti – spiega Lorenzo Quadri, della Lega dei Ticinesi -. Il Consiglio federale prevede che i tamponi fai da te, fino a 5 al mese, siano gratuiti ovvero: a carico della collettività, non solo per i residenti in Svizzera, ma anche per i frontalieri oltre che per i cittadini di Campione d’Italia. I conti sono presto fatti: un test costa 12 franchi (11 euro ndr.). Per cinque test al mese, fanno 60 franchi al mese (55 euro). Moltiplicando per 70.115 frontalieri, si arriva ad un totale di 4,2 milioni di franchi (oltre 4 milioni di euro) di test per i frontalieri e questo solo in Canton Ticino. I test fai da te o li pagano i frontalieri, o li pagano i loro datori di lavoro, oppure i costi dei tamponi siano dedotti dai ristorni". Solo l’ultima polemica tra Italia e Svizzera dove quando ci sono di mezzo i ristorni e i frontalieri la miccia che accende le polveri è fin troppo corta.

Lega dei Ticinesi e Udc, per anni, hanno capitalizzato in termini di consenso elettorale la politica contro i lavoratori italiani, accusati di rubare lavoro a parità di mansione ai colleghi elvetici proprio perché si accontentano di stipendi più bassi. In passato si arrivò a paragonare i frontalieri a topi famelici che arrivavano da oltre confine per divorare il formaggio, naturalmente con i buchi, svizzero. Una posizione che non è stata addolcita neppure dalla pandemia, anzi negli ultimi due anni a più riprese i frontalieri sono stati accusati anche di essere degli untori, specie quando la Lombardia è diventata zona rossa. Addirittura l’anno scorso, durante il periodo più duro del lockdown, i datori di lavoro nell’incubo di rimanere senza manodopera erano arrivati a chiedere ai frontalieri di venire al lavoro con una valigia con indumenti di ricambio pronta in auto, per potersi fermare a dormire su una brandina in ufficio o in fabbrica in caso di necessità. Adesso che la situazione sta tornando alla normalità, anche dall’altra parte del confine, gli svizzeri hanno deciso di presentare il conto, tanto per cambiare ancora ai frontalieri.