Omicidio a Carugo, la madre di Daniela Rho: "Non volevamo Molteni morto"

Antonietta Caimi parla davanti alla Corte d’Assise di Como durante il processo per l’omicidio del genero Alfio Molteni

Il luogo dell'omicidio

Il luogo dell'omicidio

Carugo (Como), 16 marzo 2018 - «Alberto Brivio si era innamorato di mia figlia, le aveva promesso mari e monti, poi non ha mantenuto nulla. Addirittura quando si era sposata con Alfio Molteni, mi aveva detto che era stato uno dei dolori più grandi della sua vita. Ma poi non c’era mai, e Daniela aveva capito che non doveva fare troppi progetti con lui». È l’esordio della testimonianza di Antonietta Caimi, madre di Daniela Rho, che ieri ha parlato davanti alla Corte d’Assise di Como, durante il processo per l’omicidio del genero Alfio Molteni, nel quale sono imputati Alberto Brivio, che ha lavorato come fiscalista dell’azienda, e Vincenzo Scovazzo, ritenuto l’esecutore materiale del ferimento mortale a colpi di pistola, la sera del 14 ottobre 2015. La difesa di Brivio, avvocato Aldo Turconi, ha convocato anche il marito Armando Rho e il figlio Ivano, ma è stata lei la prima a raccontare del rapporti deteriorati tra Molteni e la figlia, e quindi con tutta la famiglia Rho. «Noi non volevamo Molteni morto – ha detto – ma solo che si comportasse diversamente. Non c’erano episodi gravi, ma non si stava comportando benissimo nella gestione delle bambine.

Daniela non lo voleva morto… magari qualche scherzetto, ma non la morte, solo qualche scherzetto così... Se si fosse comportato bene, oggi starebbero ancora insieme». Ma il tentativo di approfondire e capire meglio la natura di quegli «scherzetti», si è scontrato con un vuoto di memoria della testimone. I comportamenti scorretti, sarebbero stati i presunti tradimenti da parte di Molteni, scoperti a causa della telefonata di una certa Irina giunta in azienda, ma anche un problema professionale: «Rubava i soldi alla ditta – ha aggiunto la donna – usava i concorrenti per fare affari. Daniela non lo voleva più in casa». Nel frattempo c’era Brivio: «Era stato lui a mandare Rugolo a proteggerla – ha detto la Caimi – diceva che conosceva tutte le persone della malavita».

Terenghi viene invece assoldato da Daniela, con l’approvazione della madre, per controllare i comportamenti di Molteni con le bambine. Luigi Rugolo, ex guardia giurata, è stato condannato a 19 anni di carcere per concorso in omicidio, mentre l’investigatore privato Giovanni Terenghi è a attualmente processo in Corte d’Assise per concorso in stalking e calunnia. Il problema sorto tra Alfio Molteni e la Rho Armando, è stato meglio spiegato dal padre e dal fratello di Daniela Rho. «Avevamo in corso un grosso lavoro con un magnate russo – hanno raccontato – e abbiamo scoperto che Molteni aveva dirottato una parte del lavoro verso altri produttori, da cui aveva preso percentuali. Da quel momento, è crollata la nostra fiducia nei suoi confronti».