Il degrado cancella la pista ciclabile, il Comune non ha risorse

La ciclopedonale del Corno a Tavernola Bergamasca è chiusa da oltre dieci anni a causa del pericolo di frane e crolli. Il Comune non ha fondi per riaprirla, rendendola sempre più pericolosa.

Il degrado cancella la pista ciclabile, il Comune non ha risorse

Il degrado cancella la pista ciclabile, il Comune non ha risorse

Corre lungo uno dei tratti panoramici più suggestivi del Sebino bergamasco, all’esterno della galleria che collega Predore a Tavernola, ma da più di una decina di anni è chiusa: il Comune di Tavernola Bergamasca fu costretto a prendere questa decisione per il costante pericolo di frane e smottamenti, dopo diversi crolli di massi. E le possibilità di recuperare la ciclopedonale, la vecchia litoranea del Corno, si assottigliano sempre di più. Il Comune di Tavernola, infatti, non possiede i fondi per metterla insicurezza e riaprirla. La ciclabile, dunque, è sempre più abbandonata e in condizioni divenute ancora più pericolose di dieci anni fa, quando vennero posizionate le cancellate per impedire l’accesso di pedoni e ciclisti. O almeno questo era l’obiettivo, perchè nonostante cancelli e ordinanze, c’è chi ancora scavalca, o utilizza le aperture all’interno della galleria, e passa lungo quel tratto tanto meraviglioso quanto pericoloso. A testimoniare come la ciclopedonale sia insicura è l’ennesimo crollo di massi e pietre. Il peso del materiale roccioso, accumulatosi all’interno di una delle reti paramassi posizionate una quindicina di anni fa sulle pareti del monte Corno sovrastanti la galleria per tenere in sicurezza la ciclopedonale, nei giorni scorsi provocato il cedimento delle maglie della rete metallica, che si è strappata facendo crollare le pietre. Per fortuna in quel momento non stava passando nessuno. Un episodio che ha riportato l’attenzione sulla ciclabile, realizzata con oltre un milione e mezzo di euro di fondi pubblici e successivamente chiusa. "Dal 2012 - spiega il sindaco di Tavernola, Joris Pezzotti -, anno a cui risale l’ordinanza di chiusura, si sono susseguiti vari crolli. Al termine dei lavori, la ciclopedonale era passata in capo al nostro Comune, quindi spetterebbe a noi la messa in sicurezza. Ma come tutti i piccoli Comuni del territorio non abbiamo le risorse per poter realizzare un intervento di tale portata". M.A.