Già in coda sulla Regina in attesa della Variante

Da ieri sono iniziati i lavori preliminari a Colonno per predisporre il cantiere. Nonostante i movieri si procede a rilento sulla strada ridotta a una sola corsia

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TREMEZZINA (Como)

di Roberto Canali

Il cantiere della Variante della Tremezzina prenderà il via a fine mese, ma i disagi sono già iniziati per pendolari e residenti che da ieri sono alle prese con una strozzatura sulla Regina proprio all’altezza di Colonno. Gli operai sono già la lavoro per le operazioni preliminari di pulizia della parete della montagna, mentre i tecnici stanno effettuando gli ultimi rilievi per non avere sorprese quando a arriveranno i mezzi di scavo, che avranno da fare almeno fino al 1 aprile per scavare il portale sud della nuova strada. Per ora la statale Regina verrà ridotta a una sola corsia di marcia, in un tratto di 900 metri, con auto e camion che potranno percorrerla a senso alternato durante il giorno, dalle 8 alle 18. La sera e durante il fine settimana, quando gli operai sono fermi, la statale si potrà invece percorrere per tutta l’ampiezza della sua carreggiata, a scendere e salire. Un modo per venire incontro alle esigenze dei turisti e dei proprietari delle seconde case che fino a fine mese potranno venire sul lago per il weekend senza l’incubo di rimanere in coda. Dovranno invece portare pazienza tutti gli altri automobilisti che già ieri, nonostante l’intervento dei movieri, ci hanno messo anche mezz’ora per riuscire a superare la strozzatura. Almeno finchè a dare loro una mano non è intervenuta la pioggia che ha spinto gli operai a sospendere i lavori. L’antipasto, secondo i più pessimisti, di quel che accadrà nelle prossime setttimane, quando la strada verrà chiusa completamente e la dorsale del lago tagliata a metà.

Nei giorni scorsi la questione è finita anche sul tavolo della Regio Insubrica, l’organismo che raccoglie le istanze delle comunità di confine ed è giustamente preoccupato per gli spostamenti dei frontalieri, che rischiano di avere serie difficoltà a raggiungere le aziende e gli uffici oltreconfine. I più previdenti si sono mossi per tempo affittando case e appartamenti in Valle d’Intelvi, ma anche nei paesi vicini a Como. Addirittura c’è chi ha avanzato l’ipotesi di aprire i padiglioni, oggi inutilizzati, dell’ex ospedale Sant’Anna trasformandoli in una sorta di dormitorio per chi non è ancora riuscito a trovare un’altra sistemazione.

Un’ipotesi abbastanza remota, non fosse altro perchè con l’emergenza Covid tutt’altro che conclusa ammassare decine, o addirittura centinaia di persone in un unico edificio potrebbe esporre al rischio di focolai. Per ora Canton Ticino, Regione, Anas, Provincia, sindaci del lago e Autostrate per l’Italia hanno concordato sull’idea di elaborare un piano di coordinamento che tenga conto dei vari cantieri e provi, nei limiti del possibile, ad armonizzarli tra loro, in maniera tale da non rendere il via vai quotidiano dei frontalieri un calvario.