Como, pescatori in soccorso del Lario

Sistemate nel fondale di fronte alla passeggiata 200 fascine che serviranno alla riproduzione dei pesci persici

Le fascine

Le fascine

Como, 17 marzo 2019 - Continua a scendere il Lario che ieri sera ha toccato i -25,8 centimetri sullo zero segnato dall’idrometro di piazza Cavour, addirittura -1,2 centimetri rispetto al livello registrato alle 13 e poco più di una ventina di centimetri dal record toccato nel 1982 quando le acque scesero a -46,5 centimetri. I primi a soffrire di questa situazione sono i pesci che a breve inizieranno il periodo a riprodursi, per fortuna a prestar loro soccorso ci hanno pensato i pescatori che ieri mattina di buon ora si sono dati appuntamento a Villa Olmo per sistemare nel fondale di fronte alla passeggiata 200 fascine che serviranno alla riproduzione dei pesci persici.

«Abbiamo sistemato le fascine di nocciolo che sono state ancorate con delle pietre a una decina di metri di profondità – spiega William Cavadini – Grazie a questo accorgimento i persici potranno riprodursi e crescere al sicuro dagli altri predatori». Il persico, un po’ il re del lago anche per via del suo prelibato filetto squisito da gustare con il riso, impiega anche tre anni per raggiungere la lunghezza di una ventina di centimetri e nelle ultime stagioni è diventato sempre più difficile da pescare.

Non va meglio con il lavarello che fatica a fare la frega per colpa del livello del lago diventato troppo instabile. Milioni di uova finiscono per marcire sulla spiaggia per colpa dell’acqua che scende anche di due o tre centimetri al giorno o per i catamarani che passando creano onde anomale. Si calcola che il 70% dei coregoni nascano negli incubatori dell’alto lago e poi vengano introdotti quando sono già avanotti. Le alborelle sono addirittura sparite a eccezione di un paio di banchi che sono stati avvistati dai pescatori a Lenno e Bellagio. Se alle condizioni climatiche avverse si aggiunge l’azione dell’uomo, attraverso il Consorzio dell’Adda che regola apertura e chiusura della diga di Olginate e dei grandi predatori alloctoni come i siluri, i cormorani, gli smerghi e gli svassi il quadro è completo. Per fortuna a dare una mano ai pesci ieri ci hanno pensato i pescatori coordinati dal responsabile regionale del settore pesca, Carlo Romanò, l’Aps Como e le guardie regionali.