Cantù, il coraggio della figlia ribelle: fa scoprire le violenze subite dalla madre

A 13 anni fa emergere il clima di terrore che regnava in casa: botte alla madre e divieto per le i di vestire come i coetanei. Il padre finisce a processo

Donna e figlia sono in una comunità protetta

Donna e figlia sono in una comunità protetta

Cantù (Como), 9 ottobre 2018 - «Mia figlia ha avuto il coraggio che non ho mai avuto io». Lo ha raccontato quando da quella casa, e da quel marito, era riuscita ad allontanarsi. Una vicenda di maltrattamenti familiari arrivata ieri a processo a Como, dove un uomo di origine marocchina, residente nel Canturino ma ora irreperibile, è finito a processo per rispondere di una serie di condotte coercitive e violente nei confronti della moglie e della figlia, che all’epoca dei fatti aveva solo 14 anni.

Ma è stata proprio lei a chiedere aiuto, consentendo che intervenissero i servizi sociali. Il primo contatto risale al novembre 2013, quando la ragazzina, ancora tredicenne, aveva scritto ai servizi sociali: segnalava maltrattamenti da parte del padre, chiedeva di poter parlare con qualcuno per aiutarla a uscire da quelle privazioni di libertà che non sopportava più. Aveva raccontato del divieto di potersi vestire come le sue coetanee, e di poter indossare gonne corte, ma anche di utilizzare Facebook, di postare le sue foto con il volto scoperto. Nessuna violenza fisica era stata riscontrata nei suoi confronti, ma una condizione continua di paura. Ai colloqui con gli assistenti sociali, che avevano anche coinvolto la scuola frequentata dalla ragazzina, parlava anche della condizione della madre, ancora più maltrattata: «Ha gli occhi spenti - aveva detto – è incapace di reagire».

A settembre  2014, dopo l’ennesima sfuriata dell’uomo, la figlia si era presentata al Pronto soccorso chiedendo ancora aiuto, presa in cura da una pediatra: «Era spaventata – ha detto ieri il medico – piangeva». Da quel momento, i provvedimenti per mettere al sicuro madre e figlia si erano ulteriormente accelerati, ed era stato trovato loro un posto in una struttura protetta per donne maltrattate. Dagli accertamenti svolti successivamente, quando la madre ha trovato il coraggio di raccontare come si svolgeva la sua vita con il marito, sono emersi maltrattamenti continui nei suoi confronti. Il Tribunale dei Minori aveva nel frattempo aveva emesso una misura cautelare nei confronti dell’uomo, imponendogli un divieto di avvicinamento a moglie e figlia. Ma tempo dopo, l’uomo è sparito, forse rientrato in Marocco, e tuttora di lui non si sa più nulla. Il processo proseguirà a gennaio.