No alla politica della paura, fa solo danni

Non dobbiamo scordarci che non sono le multe la cura, ma la consapevolezza. Usiamola e invitiamo tutti a usarla, ma non mettiamola sul piano della paura e della repressione

LETTERA:

Caro Direttore, mi domando cosa ci aspetterà a giugno. La gente ha ripreso a uscire dopo mesi di chiusura, giustamente stanca di vivere fra quattro mura, ma ora sta esagerando. Assembramenti, gente senza mascherina, addirittura risse e spintoni ai vigili che controlli. Sarebbe ora di cominciare davvero con le multe. S.D., Milano

RISPOSTA:

Su un punto non si può darle torto: gli italiani (e i lombardi in particolare, perché hanno cominciato per primi) sono stanchi di stare reclusi in casa. L’emergenza del coronavirus è stata fortissima, certo, ha prodotto e ancora sta causando vittime e dolore. Certo, non va dimenticato. Ma la politica della paura non può durare a lungo. Il pesante periodo di lockdown è passato senza incidenti non per il timore dei posti di blocco, dei verbali da centinaia di euro e delle autocertificazioni, ma per la responsabilità dei cittadini. Un popolo adulto, non minorenne, ha capito e deciso di doversi dolorosamente fermare per evitare conseguenze ancora peggiori. Ora che i contagi stanno scendendo, a tre settimane dal timido inizio della Fase 2, è giusto rimanere vigili. La responsabilità non va abbandonata e le precauzioni, distanza, igiene e mascherina in primis, vanno osservate. Ma non dobbiamo scordarci che non sono le multe la cura, ma la consapevolezza. Usiamola e invitiamo tutti a usarla, soprattutto quando si esce per svago, ma non mettiamola sul piano della paura e della repressione. Sarebbe una politica sbagliata e dannosa. sandro.neri@ilgiorno.net