Disinformazione politica

Mentre divampano le polemiche sulla libertà di stampa nei media tradizionali e l’attuale governo vorrebbe potenziare l’informazione in Rete, si scoprono nuovi rischi di fake news per gli utenti digitali

Milano, 6 dicembre 2018 - Mentre divampano le polemiche sulla libertà di stampa nei media tradizionali e l’attuale governo vorrebbe potenziare l’informazione in Rete poiché la considera più libera e meno influenzabile da altri poteri, si scoprono nuovi rischi di fake news per gli utenti digitali. In tempi di elezioni è comune parlare di possibili manipolazioni dei risultati e di bot e chatbot, “voci” automatizzate sviluppate per svolgere attività banali online che possono diffondere incitamento all’odio e polarizzare le opinioni, oltre a fornire indicazioni di voto e spargere disinformazione. Inizialmente sembrava fossero generati da singoli hacker, in seguito queste tecniche sono state adottate da gruppi organizzati e generosamente finanziati. Sono questi i bot che i social media cercano di abbattere, anche in seguito alle clamorose e devastanti indagini sulle elezioni americane del 2016.

Quest'anno Twitter ha disattivato 6 milioni di account bot. Secondo i dati relativi alle elezioni americane di medio termine, la diffusione virale di notizie false dovuta a utenti automatizzati si aggira tra il 10 e l’11%, percentuale significativamente inferiore rispetto al 2016, quando ha raggiunto il 20%. Facebook ha bloccato 115 account – 30 della sua piattaforma e 85 su Instagram – sospettati di essere coinvolti in un piano per interferire sulle recenti elezioni americane di midterm. Sorge però il dubbio che i sistemi di rilevamento dei bot non stiano monitorando i bot più sofisticati, che assomigliano agli umani persino agli occhi degli algoritmi. I bot si stanno evolvendo. Inizialmente non erano abbastanza intelligenti da riconoscere “l’intenzione” dei messaggi e si basavano solo su parole chiave, ma le cose stanno cambiando. In ogni caso la sfida è ardua e la formazione del consenso elettorale appare fortemente condizionata dal dilagare di questi “virus” della democrazia partecipativa in Rete, che somiglia sempre più a una democrazia a ostacoli. In vista delle prossime elezioni europee, Google ha messo in campo delle iniziative per fare in modo che gli oltre 350 milioni di cittadini che andranno a votare possano farlo in modo consapevole e informato.Maggiore trasparenza sulla pubblicità, chiare guide per gli elettori e fact checking con i giornalisti sono i cardini sui quali si baseranno gli strumenti di Google.