Stop al disagio giovanile

Depressione, attacchi di panico, apatia, anoressia, solitudine, abuso di alcol e stupefacenti sono solo alcuni dei disturbi più diffusi

Milano, 12 ottobre 2019 - Il disagio giovanile è una delle emergenze sociali più preoccupanti e interessa 8 ragazzi su 10. Depressione, attacchi di panico, apatia, anoressia, solitudine, abuso di alcol e stupefacenti sono solo alcuni dei disturbi più diffusi. In italia il suicidio è la seconda causa di morte tra i giovani. per l’osservatorio nazionale adolescenza, i tentativi di suicidio dei teenager tra 2015 e 2017 sono quasi raddoppiati. Ormai 6 su 100 di età compresa tra 14 e 19 anni hanno provato a togliersi la vita. il fenomeno è assai più diffuso tra le ragazze. Le crisi esistenziali dilagano anche a milano, dove è nato il C.I.P.A. (Centro Italiano di Psicologia Analitica), che ha attivato un servizio di counseling psicologico a prezzi calmierati per offrire assistenza e terapie personalizzate.    Nei giorni scorsi è stato firmato in Prefettura un Protocollo operativo sperimentale che prevede un’alleanza contro il disagio giovanile tra il Nucleo operativo tossicodipendenze (Not) della Prefettura di Milano e un team di specialisti multidisciplinari del servizio “Spazio blu” dell’Azienda socio-sanitaria territoriale (Asst) Santi Paolo e Carlo. In Lombardia, peraltro, gli psicoterapeuti abbondano: sono 7.000, su un totale di 15.300 psicologi, 6.500 dei quali a Milano. Stamattina i riflettori sul tema del disagio psicologico si accendono all’Ambrosianeum, in via delle Ore, dove è prevista la prima proiezione milanese del film di Ermanno Olmi “Il tentato suicidio nell’adolescenza”, promossa da Fondazione Ambrosianeum e C.I.P.A. in un convegno organizzato per il decimo anniversario della scomparsa della psicoanalista Ela Frigerio, che studiò il disagio giovanile, e che nella sua formazione a Zurigo e al Policlinico di Milano fece da aiuto regista a Olmi per la realizzazione delle interviste e la raccolta dati del film.

«Con questa iniziativa – spiega Silvana Nicolosi, psicologa analista, psicoterapeuta e socia C.I.P.A. – intendiamo richiamare l’esigenza di stabilire modalità di contatto e relazione con chi è senza parola e senza strumenti di consapevolezza per esprimere la propria sofferenza profonda. Questo disagio inconsapevole e senza nome si concretizza diffusamente in molteplici forme di violenza e distruttività verso se stessi e gli altrii».  

*Docente di Diritto dell’informazione alla Cattolica