Elezioni Brescia, per il dopo Del Bono il Pd ha due alternative: Manzoni o Muchetti

Il partito ha “blindato” i nomi degli assessori tra cui scegliere il candidato sindaco per la 2023

L'attuale sindaco di Brescia Emilio Del Bono

L'attuale sindaco di Brescia Emilio Del Bono

Brescia - C’è chi dice che, alla fine si è deciso di non decidere, ma quanto meno nell’assemblea di mercoledì sera, il Pd cittadino ha ‘blindato’ i nomi tra cui scegliere il candidato sindaco alle amministrative 2023. L’alternativa sarà tra Federico Manzoni (attuale assessore alla Mobilità del Comune di Brescia) e Valter Muchetti (in giunta con la delega alla Rigenerazione urbana e Commercio): escluse altre proposte che pure si erano fatte largo negli ultimi giorni, a partire da quello di Giovanni Comboni, vicepresidente di A2A.

"Il Pd – ha spiegato in una nota il segretario cittadino Tommaso Gaglia - dimostra di essere una comunità di donne e uomini responsabili e generosi che ha deciso di mettere a disposizione della coalizione due delle sue migliori risorse, ossia gli assessori Federico Manzoni e Valter Muchetti. L’Assemblea ha dato dunque mandato al segretario e al presidente di convocare quanto prima il tavolo di coalizione, per avviare un percorso il più possibile condiviso per proseguire l’ottimo lavoro fino a qui fatto insieme". Mentre procede a tambur battente la campagna del centrodestra che ha da tempo individuato in Fabio Rolfi (Lega) il suo candidato, per il centrosinistra è però ancora da scrivere non solo il nome del candidato, ma anche il confine della coalizione. Sembra assodato il no del Terzo polo, forte di un buon risultato in città alle ultime politiche e che conta sul doppio turno come ‘palestra’ per misurare il consenso. "Noi stiamo terminando l’esperienza di alleanza in Loggia e terremo fede agli impegni presi fino alla fine – spiega Guido Galperti (Italia Viva) – ma non ci sentiamo di far parte di un campo largo, che, d’altra parte, non c’è a Roma né a Milano. Si è aperta una fase nuova".

Sul fronte del M5S, la porta al Pd è aperta, ma con dei limiti. "C’è stato un dialogo con l’ala più progressista – ricorda Guido Ghidini, consigliere in Loggia del Movimento – ma bisogna capire cosa vogliono fare i dem, visto che lo stesso Letta, e poi Del Bono, avevano escluso un’alleanza col Movimento. E poi bisogna vedere se c’è un incontro sui temi. Noi siamo contro l’ascensore in Castello, abbiamo sollevato perplessità anche sulla linea del tram T2, chiediamo la riduzione dei rifiuti nell’inceneritore. Noi ci sediamo a un tavolo per lavorare su queste cose, non per chiacchierare". Intanto il M5S al lavoro su temi e programma.