Stop all’immissione di pesci stranieri. Già in ginocchio il settore ittico

Si torna al 1500, nella black list del ministero finiscono trota fario e coregone. Conto salato per gli allevatori

Trota fario mediterranea

Trota fario mediterranea

Angolo Terme (Brescia) - Autoctona in Piemonte, alloctona in Lombardia. Un caso curioso quello della trota fario ceppo Mediterraneo, finita nella black list del ministero della Transizione ecologica, che col decreto 2 aprile 2020 vieta l’immissione nelle acque dolci di pesci che non vi erano presenti nel 1500. E' stata così bloccata l’attività di ripopolamento per alcune specie: il coregone, dicono gli esperti, è destinato a scomparire e con esso l’intera filiera, che in Lombardia, tra vendita e ristorazione, vale oltre 10 milioni l’anno. In Val Camonica a fare le spese della normativa (la cui ratio è la tutetela della biodiversità) è la trota fario ceppo Mediterraneo.

Nell’incubatoio ittico di Angolo Terme, gestito dal Consorzio pescatori Valle Camonica, sono stati prodotti più di 200mila avannotti prima del blocco delle attività da parte della Regione, dopo l’esposto del Wwf che ha sollecitato l’applicazione del decreto. Ora ci si sta riconvertendo sulla trota marmorata, che, nonostante sia indicata come autoctona, fa più fatica a crescere nei torrenti, mentre si trova bene nelle acque del fondo valle. "Il costo delle uova è 4 volte rispetto a quelle della fario – spiega Walter Corini, coordinatore del Consorzio – inoltre ci sono limiti maggiori per la pesca: se ne può pescare una al giorno purché lunga 40 cm, mentre di fario se ne potevano prelevare 4, a 25 cm". La riconversione della pesca e dell’incubatoio, costato 250mila euro di fondi pubblici e gestito da volontari, sarà complicata. Ma possibile che nella breve distanza tra Piemonte e Lombardia ci sia stata un’evoluzione tanto diversa di questa specie? "Non metto in dubbio il lavoro del Ministero – ribadisce Corini – ma l’unica strada per capire cosa si pescava qui 100-200 anni fa, sarà quella della genetica". La Regione si starebbe già muovendo in tal senso con l’Università dell’Insubria. Altro quesito: la fario è così dannosa da giustificare lo smantellamento di un sistema consolidato? "Io non ho notizie di danni, a differenza di pesci come il siluro. E credo che anche la Regione avrebbe fatto interrompere la semina, come accaduto per la trota iridea, se vi fossero stati problemi".