Brescia, test antigenici per gli studenti? "Inutili senza regole"

Così Retali, dirigente dell’istituto Beretta di Gardone: "Collaborativi con Ats ma aspettiamo indicazioni"

Al vaglio l’ipotesi di test antigenici per gli studenti delle superiori

Al vaglio l’ipotesi di test antigenici per gli studenti delle superiori

Brescia - Test antigenici gratuiti per gli studenti delle superiori? Senza una campagna con regole precise, c’è poca la fiducia sulla loro utilità nel tornare in classe in sicurezza. Nel Bresciano sono stati 48 gli istituti superiori che hanno manifestato interesse alla proposta della Regione in base alla quale gli studenti possono volontariamente effettuare test antigenici gratuiti in 56 farmacie del territorio. "Abbiamo manifestato interesse all’iniziativa regionale – sottolinea Stefano Retali, dirigente dell’IIS Beretta di Gardone Val Trompia, 1.600 studenti - ma al momento non abbiamo ricevuto riscontri. Ci sarebbe anche la possibilità di un testing di massa, ma non sono giunte altre disposizioni organizzative. Anche in una recente nota ministeriale si ribadisce che si tratta sempre di iniziative su base volontaria e questo toglie buona parte dell’efficacia potenziale. Aspettiamo ulteriori indicazioni rimanendo sempre collaborativi con Ats". Per Retali, più che lo screening, sarà necessario continuare a mantenere attenzione e distanziamento per tornare a scuola in sicurezza. Elena Lazzari, dirigente Itcs Abba Ballini (più di 1.300 studenti tra diurno e serale) spiega di aver dato comunicazione agli studenti dell’opportunità dei test antigenici.

"Non mi pare però che aggiungano molto al servizio del tampone molecolare gratuito in via Morelli in caso di sintomi. Confido che non si decidano rientri affrettati in presenza basandosi su questa misura". Per Lazzari, i test in farmacia potrebbero essere utili se modulati in modo strutturale nel caso di ritorno in presenza, indicando ai ragazzi di andare a farli a rotazione in farmacia prima di tornare in aula, come forma di screening preventivo. Una proposta che potrebbe concretizzarsi presto, se la Lombardia tornasse arancione da lunedì. "Credo che sarebbe una decisione poco illuminata – sottolinea Lazzari - sarebbe preferibile restare un paio di settimane in più in Dad per poi tornare in presenza fino a giugno, vista la situazione nel Bresciano. Da gennaio, nella mia scuola, i contagi nel diurno sono rimasti sempre al 2%". In provincia, ieri si sono contati 413 nuovi positivi, con un tasso di positivi del 21% sui tamponi molecolari in Ats Brescia; in calo i ricoveri al Civile (401), ma la saturazione delle terapie intensive resta al 90%.