Stato d’agitazione all’Asst "Carichi di lavoro elevati"

Manca il personale, ma l’azienda replica: "Rafforzamento in atto evidente"

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di Federica Pacella

Lavoratori della Asst del Garda in stato di agitazione. La decisione, che riguarda i presìdi di Desenzano, Manerbio, Leno, Gavardo, Prevalle, Salò e Lonato, è stata presa su mandato dei lavoratori da Cisl Fp, Uil Fpl, Fp Cgil, Nursind e Nursing Up al termine delle assemblee che si sono tenute l’8, il 9 e il 10 giugno.

Al centro della protesta è la carenza di personale, acuita dal periodo estivo, con pesanti ricadute sui carichi di lavoro. Le assemblee hanno manifestato disagio e preoccupazione per la situazione aziendale; complessivamente i 2.400 lavoratori vantano un credito di 25mila giorni di ferie maturati nei vari anni, senza vedere la possibilità di un recupero a tempi brevi.

Secondo quanto riferito dai sindacati, gli operatori hanno parlato di carichi di lavori inaccettabili, stanchezza psicofisica, demotivazione del personale e difficile conciliazione vita lavoro.

"Sin dal suo insediamento la direzione della Asst del Garda ha dato estrema rilevanza alla dotazione degli organici del comparto. Nel corso di 10 mesi – replica la Asst guidata dal direttore generale Mario Alparone (nella foto) – sono state intraprese ben 11 procedure a tempo determinato, indeterminato e Lp che hanno portato all’assunzione di 139 risorse di cui 79 a tempo indeterminato. È stato riportato in pareggio il turnover accumulato negli anni precedenti ed il numero di risorse sanitarie del comparto è ora maggiore di circa 130 unità rispetto a quelle del 2019, a riprova appunto del potenziamento effettuato. Questo aumento di personale ha consentito di aprire nuovi posti letto, oltre 70 in più rispetto all’anno scorso, ed ha consentito di limitare al 10% le riduzioni da accorpamento tipiche del periodo estivo, con un valore confrontabile con quello dell’anno precedente".

A fine aprile era stata raggiunta un’intesa con i sindacati per assumere risorse anche in anticipo sul turnover (30 infermieri e 20 Oss). "La reazione delle organizzazioni sindacali, che amareggia e sorprende, è inaspettata a fronte del percorso sopra riassunto. La situazione inoltre non appare così drammatica né in termini di ferie fruite 24 giorni medi nel 2021 e garanzia delle tre settimane nel 2022, né in termini di salti turno (1 medio procapite). È stato fatto tutto quanto era possibile per rafforzare gli organici, con evidenti risultati e dati che sono oggettivi".