Rsa, parenti in rivolta "Riaprite alle visite"

Figli e nipoti minacciano di non pagare le rette se non potranno tornare a breve a riabbracciare i loro cari

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Sganciare a tempo indeterminato i RID bancari e non pagare la retta di aprile 2022, e se necessario anche quella di maggio e giugno, fino a quando le RSA non riapriranno le visite ai parenti. Questa la proposta provocatoria lanciata dal Orsan, comitato che riunisce i famigliari degli anziani ospiti delle Rsa, per chiedere che vengano ripristinate le visite ovunque. "In Lombardia – spiega Dario Francolino, presidente di Orsan – un 50% delle strutture consente gli accessi, seppur contingentati, ma resta un altro 50% che è chiuso a tempo indeterminato, in via preventiva o perché sono presenti dei focolai. Sottolineo, però, che anche laddove ci siano dei casi Covid, gli accessi possono essere gestiti, senza ricorrere alla chiusura". La protesta è estesa anche alle famiglie degli ospiti delle residenze sanitarie per disabili. "È un’azione simbolica, che punta soprattutto a farci ascoltare – sottolinea Francolino – dal prossimi mese di marzo, e a maggior ragione dopo la conclusione dello Stato di Emergenza, ci aspettiamo che siano ripristinate totalmente le visite ai nostri cari".

Per il 28 febbraio è attesa l’approvazione del Milleproroghe, con cui dovrebbe passare anche l’emendamento presentato dalle onorevoli Lisa Noja e Annamaria Parente, già approvato in commissione Affari sociali, che rende legge il diritto alla continuità affettiva e di visita per i familiari e ospiti di Rsa, Rsd e Comunità. "Toglie la discrezionalità ai direttori sanitari – spiega Francolino – che salvo gravi motivi di salute pubblica, saranno obbligati a garantire entrate e uscite dei parenti degli ospiti". Punto d’arrivo, però, dovrebbe essere il ripristino della situazione ante-Covid. "Noi accettiamo tutte le regole – conclude Francolino – ma ci preoccupa che nessuno si stia preoccupando di come tornare all’accessibilità che c’era prima di Covid". Sicuramente l’interrogativo se lo sono posto i famigliari degli anziani che non vedono l’ora di poterli riabbracciare dopo due anni di restrizioni.

F.P.