Prelievi dal lago d’Idro "Procedure sbagliate"

La Commissione Europea ha chiarito l’iter da seguire. Serviva la Valutazione. d’incidenza ammbientale

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Il prelievo forzoso di acqua dal lago d’Idro? Serviva la Vinca, Valutazione d’incidenza ambientale su zone di interesse comunitario. Lo ha chiarito la risposta della Commissione europea all’interrogazione presentata dall’europarlamentare M5S Sabrina Pignedoli, su sollecitazione del consigliere della Provincia autonoma di Trento Alex Marini (M5S), rispetto all’iter che, a luglio, aveva portato ad abbassare di mezzo metro il lago d’Idro rispetto ai limiti previsti.

La richiesta era arrivata dalla Regione Lombardia a fronte della carenza d’acqua per gli agricoltori (una delegazione si era rivolta alla Prefettura di Brescia).

"Avevamo ragione noi – spiega Marini –. La Provincia (di Trento, ndr) avrebbe dovuto fare la Vinca, valutare misure compensative nel caso in cui la Vinca fosse stata positiva, avrebbe dovuto opporsi alla decisione di Aipo di prelevare e segnalare all’autorità giudiziaria. Ora mi aspetto che arrivino le scuse e che si rimedi a una mancanza procedurale piuttosto grave che mette a rischio tutto il sistema della rete Natura 2000 rispetto agli appetiti economici".

Va detto che i controlli dei tecnici del Muse e del Museo civico di Rovereto non hanno rilevato danni rilevanti, ma la grave severità idrica dell’estate 2022 potrebbe ripetersi, per cui la valutazione europea era particolarmente attesa. Non è una condanna: "La Commissione non dispone di informazioni dirette sul caso e non può pertanto pronunciarsi sull’operato della Provincia di Trento". Ma, chiarendo l’iter procedurale, la Commissione mette un punto fermo che non potrà essere ignorato qualora dovesse verificarsi una situazione analoga. "Quello che si è fatto non si poteva fare. Le istituzioni, che avrebbero dovuto sapere cosa era necessario fare prima di prelevare l’acqua dal lago, hanno agito senza valutare attentamente le conseguenze. Il danno è fatto, il fiume Chiese a lungo è rimasto senza sbocco naturale dal “suo“ lago. Nessuno pagherà", l’amaro commento di Filippo Grumi, presidente comitato Gaia di Gavardo.

F.P.