Brescia, il papà separato: "Dovete ascoltare mio figlio"

Il bambino tornerà con la madre. Pronto il ricorso

Un'aula di tribunale (Foto d'archivio)

Un'aula di tribunale (Foto d'archivio)

Brescia, 29 maggio 2018 - «Voglio che si tenga conto della volontà di mio figlio». È l’appello di Edoardo, papà separato, che venerdì si è visto recapitare il decreto del tribunale civile che dispone il collocamento del figlio, 6 anni, presso la madre, a Cremona. «Ma il bambino dalla mamma non vuole andare. Non è un suo capriccio, c’è un rapporto tra madre e figlio da ricostruire nei modi e nei tempi giusti di un bambino, che non sono i nostri». Le avvisaglie di un malessere ci sono sin da quando il bimbo è piccolo. Nel 2016 arriva la separazione. Mamma e figlio restano a Cremona, con l’affiancamento dell’assistenza sociale domiciliare. Edoardo torna a Torbole (da settembre anche qui è affiancato da asd).

Da papà nota che il bambino non è sereno; spesso aveva dei lividi sul corpo e usava termini non opportuni. Per star vicino alla moglie e al figlio, trova impiego a Cremona, in un settore che non è il suo. A dicembre 2017, Edoardo nota un livido che lo induce a rivolgersi al Pronto Soccorso. Scatta il protocollo di tutela (denuncia poi archiviata); il piccolo resta a Brescia. «In questi mesi a Torbole – racconta Edoardo – mio figlio ha iniziato a seguire le sue passioni: chitarra, calcio, piscina. Ha raggiunto quasi totalmente l’autonomia che non aveva, dal mangiare al vestirsi. Ha tanti amici, frequenta il nonno e la zia, si prende cura del suo gattino». La serenità, però, secondo quanto racconta Edoardo, viene turbata negli incontri assistiti con la mamma (tre volte a settimana). «Non sono mai semplici – racconta – piange, si dispera, si rifiuta di mangiare. L’ultima volta, dopo dieci minuti, ha avuto le convulsioni». Dall’altra parte, c’è la convinzione che sia il papà a spingere il piccolo a rifiutare la madre. Venerdì scorso, è arrivato il decreto del Tribunale che ha stabilito che dal 28 maggio il piccolo deve ritornare presso la mamma.

Nella decisione del Tribunale ha pesato l’importanza del Ctu sull’attendibilità di determinati racconti del bambino, che avrebbe esternato in questo modo il trauma della conflittualità tra i genitori. «Se lui fosse contento di stare con lei – commenta Edoardo – sarei felice anche io, anche se ciò significherebbe vederlo poco. Ma lui ha detto chiaramente, in ogni sede, che non vuole tornare là: se lo si vuole tutelare, non si può far finta che la sua volontà non ci sia». I legali prepareranno un reclamo, ma intanto Edoardo, che in questi mesi ha ricevuto il supporto dell’associazione Mamma e papà separati, dovrà trovare il modo di preparare suo figlio al nuovo cambiamento. «Io voglio che recuperi il rapporto con la mamma, ma non glielo si può imporre così. Chiedo solo – conclude – che chi di dovere voglia ascoltare la sua volontà e fare un passo indietro».