Esine, uccide l'amico a roncolate: "Mi sono difeso"

L’omicidio è avvenuto in strada dopo una lite banale. La vittima fu un teste al processo d’appello sulla strage di piazza Loggia

I carabinieri sul luogo del delitto

I carabinieri sul luogo del delitto

Esine (Brescia), 3 giugno 2020 - Nel 2015, davanti ai giudici della Corte d’appello di Milano, Vincenzo Arrigo ebbe il suo momento di gloria. Lui, che le patrie galere le aveva ben conosciute per avervi soggiornato a lungo, si presentò al processo per la strage di piazza Loggia in veste di testimone, portando alla luce un dettaglio importante.

Un giorno Maurizio Tramonte, che per un periodo fu suo compagno di cella, gli mostrò una vecchia foto di giornale in bianco e nero e gli confidò di essere stato in piazza il 28 maggio 1974, disse. "Vediamo se indovini chi è questo. Ero lì per vedere che cosa fosse successo" si sarebbe vantato Fonte Tritone, poi condannato all’ergastolo. Cinque anni dopo quel teste, che apportò un documento considerato dalla Procura attendibile, ha concluso la sua vita ai margini in un vicolo di Esine, ucciso lunedì sera poco prima di mezzanotte a colpi di roncolate da Bettino Puritani, 53 anni, un amico che lo ospitava mentre era ai domiciliari per atti persecutori nei confronti della compagna. Un delitto compiuto in un paese ancora sconvolto dal terribile incidente stradale che venerdì scorso si è portato via la 19enne Claudia Marioli e l’amica ventenne di Cividate Camuno, Giulia Vangelisti. "Sì, sono stato io, ma non volevo ucciderlo. La roncola l’ha presa in mano prima lui, mi sono solo difeso, volevo disarmarlo" ha ammesso con il pm Paolo Savio Puritani, che ora si trova in carcere per omicidio aggravato dai futili motivi. L’aggressione, hanno ricostruito i carabinieri della stazione locale e del Radiomobile di Breno, è maturata in un contesto di profondo degrado nel quale erano calati entrambi.

Arrigo, 58 anni, alle spalle una sfilza di precedenti – dallo spaccio alle lesioni passando per i reati predatori – dallo scorso ottobre soggiornava da Puritani – a sua volta qualche precedente - che gli aveva aperto la sua casupola di pochi metri quadri, priva di elettricità, arroccata in cima a una scala nel centro di Esine. La vittima si trovava appunto ristretta ai domiciliari, in attesa di processo per l’accusa di stalking e lesioni nei confronti della ex, e non poteva uscire. I vicini raccontano che tra i due – nessun lavoro, assistiti dai servizi sociali e dalla Caritas – scoppiavano spesso violente liti, complice anche l’abuso di alcol. Arrigo di frequente mandava l’amico a elemosinare qualche sigaretta in giro e anche lunedì sera è stato così. Rientrato a mani vuote, Puritani si sarebbe sentito rimbrottare dall’ospite che sembra lo volesse costringere a uscire di nuovo per raccattare da terra qualche cicca già fumata. Il rifiuto avrebbe innescato un diverbio più acceso del solito e i due uomini, dopo urla e spintoni, sono scesi in strada, in via Manzoni, e sotto gli occhi del vicinato hanno iniziato ad affrontarsi a mani nude. Poi sulla scena è apparsa una grossa roncola, prelevata – bisogna capire da chi, questo lo appureranno le indagini – dall’ingresso dell’abitazione di Puritani. "La roncola l’ha presa lui – è la versione resa ieri pomeriggio dall’omicida, assistito dall’avvocato Marino Colosio –. E’ stato lui a dirmi ti uccido, io mi sono solo difeso".

Comunque sia andata, a un certo punto Arrigo è stramazzato a terra, la testa e il volto aperti dalle roncolate. Allertati dai residenti, i carabinieri hanno trovato il 53enne che vagava nei vicoli tutto insanguinato, ferito a sua volta per la colluttazione. Non aveva nemmeno provato a scappare ed è stato arrestato in flagranza. Tutto intorno, chiazze e impronte di sangue, pure sui muri, repertate dalla Scientifica. "Il mio assistito è molto dispiaciuto, non voleva finisse così" lo difende Colosio. In carcere ora attende la convalida.