Giallo di Marcheno: fratello e nipoti di Bozzoli querelano stampa e tv

Da Nuzzi a Barbara D’Urso: chiesta l’archiviazione ma loro si oppongono

Giacomo Bozzoli

Giacomo Bozzoli

Brescia -  Titoli «allusivi». "Illazioni". "Strumetalizzazioni". Il caso di Mario Bozzoli - il nipote Giacomo (foto) è sotto processo per omicidio e distruzione del cadavere dello zio - finisce di fare discutere. Adelio, Alex e Giacomo, fratello e nipoti dell’imprenditore scomparso, sono passati al contrattacco. E hanno denunciato per diffamazione quattordici giornalisti, inviati e conduttori di trasmissioni televisive - da Chi l’ha visto? a Quarto Grado, da Pomeriggio Cinque a Giallo - per il modo in cui trattarono la notizia della sparizione e le prime, convulse settimane di indagine. Dito puntato contro Barbara D’Urso, Giuseppe Pizzo, Federica Sciarelli, Marco Livorno, Ines Pisano, Laura Marinaro, Chiara Frattoni, Andrea Biavardi, Battista Valzelli, Gianluigi Nuzzi, Carmelo Abate, Ilaria Mura, Marco Oliva e Laura Almici (Almici è la sola giornalista locale, per la testata Bresciatoday). Alle 19,12 dell’8 ottobre 2015 Mario chiamò la moglie Irene: "Mi cambio e arrivo".

Nei giorni a seguire, in fabbrica ci fu un brulicare di forze dell’ordine, cani molecolari, esperti. Il sequestro della fonderia di Marcheno, condivisa con Adelio e i figli, scattò solo una settimana dopo, quando gli inquirenti iniziarono a sospettare di non essere in presenza di un allontanamento volontario ma di un delitto. Pochi giorni, e a infiammare ancora di più l’opinione pubblica, fu il rinvenimento del corpo dell’addetto ai forni Giuseppe Ghirardini, trovato con una capsula di cianuro nello stomaco, a Case di Viso. Seguirono servizi e articoli a raffica, tesi a offrire ai lettori succulenti dettagli. Per il pm Mauro Leo Tenaglia, che ieri ha chiesto al gip Alessandra Sabatucci di archiviare il procedimento, gli indagati hanno esercitato il diritto di cronaca. Per i Bozzoli invece, assistiti dagli avvocati Giovanni e Giordana Frattini che si sono opposti, l’informazione fu orientata faziosamente per dimostrare il coinvolgimento della famiglia di Adelio nel dramma, dando in pasto notizie false. Come quella dei furti di merce dalla fonderia a vantaggio della seconda azienda di Bedizzole, o dell’odio tra i rami familiari. E questo prima dell’iscrizione al registro degli indagati per omicidio di Giacomo e Alex (la posizione di Alex fu poi archiviata con quella dei due operai, mentre rimane indagato insieme al fratello Giacomo in merito all’istigazione al suicidio di Ghirardini). Il gip si è riservato.