Brescia, omicidio di Manuela Bailo: le ultime 12 ore/ VIDEO

Ecco ricostruiti i movimenti fino al delitto all’alba del 29 luglio

Manuela Bailo e Fabrizio Pasini immortalati dalle telecamere di videosorveglianza

Manuela Bailo e Fabrizio Pasini immortalati dalle telecamere di videosorveglianza

Ospitaletto (Brescia), 25 agosto 2018 - Alle sei del mattino del 29 luglio le telecamere dei vicini della casa in via Allende a Ospitaletto inquadrano Fabrizio Pasini che lascia l’abitazione in cui ha appena ucciso Manuela. Tagliandole la gola con un coltello o un oggetto appuntito, ritengono carabinieri e procura. «Il cadavere è troppo scarnificato, impossibile dimostrarlo, e il mio assistito nega» ribatte l’avvocato Pierpaolo Pettenadu. Il 48enne è a torso nudo. Sale sulla sua Mitsubishi con cui rientra dalla moglie dopo aver trascorso le ultime 12 ore con l’amante. La maglia l’ha buttata lui stesso in un cassonetto perché inzuppata di sangue. «L’ho usata per tamponarle la testa, Manuela sanguinava troppo dopo la caduta dalle scale».

Gli inquirenti però non credono affatto che la 35enne di Nave sia morta per uno spintone nel corso di una lite. L’autopsia è complessa e non definitiva ma il pm Francesco Carlo Milanesi è già sicuro: «la completa sezione della carotide destra è la causa scatenante del decesso. La gola della vittima ha un taglio profondo». Tra il garage e il bagnetto. È qui che si sarebbe consumato il delitto. A provarlo, le numerose tracce ematiche “accese” dal Luminol. Il 28 luglio alle 17,30 Manuela esce per l’ultima volta dalla casa di Nave per incontrarsi con Pasini a Brescia. C’è un appuntamento. Alle 19,18 i due sono sull’auto dell’uomo. La Opel Corsa di lei è rimasta in via Arimanno, sulla via per Ospitaletto. Dopo un aperitivo in zona, la coppia raggiunge la casa della madre di Pasini, che è libera.

Ne esce all’1,56, quando Manuela accompagna al Civile l’amante per una frattura al costato. «Sono inciampato». Se sia vero, non si sa. Alle 3.57 i due sono immortalati mentre rientrano nella casa di via Allende, e di lì a poco la situazione precipita. L’omicidio è collocato tra le 4 e le 6. Alle 11,35 del 30 luglio l’ultimo atto: le celle localizzano il telefono di Pasini già nel Cremonese, vicino ad Azzanello. È agganciato pure il cellulare di Manuela, gettato nelle Torbiere. I varchi intercettano la Mitsubishi con a bordo il cadavere pronto per essere scaricato nella cascina Bramano. Il primo agosto l’auto passa più volte di nuovo sotto gli stessi portali, per un controllo alla «tomba». E il giorno seguente il 48enne parte per Alghero.