Brescia, i risultati delle indagini: "Legionella partita da aziende"

Al momento oltre 500 i casi di polmonite registrati, ma nessuna nuova positività

Le indagini sulla legionella proseguono senza sosta

Le indagini sulla legionella proseguono senza sosta

Brescia, 25 settembre 2018 - Oltre 500 casi di polmonite batterica, 45 accertati di legionella, e un giallo che inizia a trovare delle conferme. I risultati delle indagini sui campionamenti effettuati da Ats Brescia relative alle torri di raffreddamento delle Acciaierie di Calvisano e di Gkn Wheels di Carpenedolo hanno dato esito positivo alla legionella, confermando i primi risultati che avevano portato Ats a chiedere ai sindaci di firmare l’ordinanza per la sanificazione urgente. Dopo l’esclusione della rete idrica e del fiume Chiese, e dopo che nei giorni scorsi era stata scagionata anche la terza azienda inizialmente coinvolta, la Cartiera del Chiese di Montichiari, le conferme di ieri consentono di mettere dei punti fermi in una vicenda che l’Istituto superiore di sanità ha definito anomala.

Il contagio potrebbe essere partito dalle torri e diffuso in un territorio particolarmente vasto per l’azione dei venti. «Proseguono comunque le indagini per stabilire tutte le possibili cause degli oltre 500 casi di polmonite registrati» ha detto l’assessore al Welfare della Regione Lombardia, Giulio Gallera. A breve dovrebbero essere anche iscritti i primi nomi sul registro degli indagati per epidemia colposa dalla Procura di Brescia. Ma perché sulla Cartiera c’è stata un dietrofront? Secondo il metodo ufficiale usato per la ricerca microbiologica di legionella, il campione viene messo a coltura in terreni specifici per la crescita del batterio con incubazione di 10 giorni e lettura al 4° e al 10° giorno. Alla prima lettura sono apparse colonie sospette di legionella e, l’Ats Brescia, seguendo il principio di precauzione, ha chiesto di intervenire. La coltura dei campionamenti ha poi scagionato l’azienda di Montichiari, mentre per le altre due aziende ha mostrato la crescita del batterio evidenziando la definitiva positività di 8 campioni sui 9 risultati positivi inizialmente. Nel frattempo, sono partiti i controlli su altre due aziende. Come spiegato dal direttore del Dipartimento di Malattie Infettive dell’Istituto Superiore di Sanità Giovanni Rezza, non si possono comunque escludere focolai indipendenti da quello principale.

E’ invece da escludere «in maniera assoluta», come precisato dall’Asst del Garda, che il decesso di un neonato all’ospedale di Manerbio possa essere dipeso da polmonite o legionella. Intanto, non si fermano gli accessi in Pronto soccorso: ieri sono stati 26, tutti nel Bresciano, ma non si può parlare di psicosi, visto che ben 20 sono stati ricoverati.