Laura Ziliani, scomparsa da Temù: le incongruenze delle ultime ore

Troppe cose non tornano nelle fasi che hanno preceduto l’allarme per la sparizione dell’ex vigilessa. Dopo la serata del 7 maggio lo smartphone non segna alcun traffico

Laura Ziliani

Laura Ziliani

Temù (Brescia), 12 agosto 2021 -  Nelle prossime ore tutti i dubbi sull’identità dei resti trovati a Temù lungo la Ciclovia dell’Oglio saranno sciolti. Oggi su disposizione della Procura di Brescia, si svolgeranno l’autopsia e l’esame del DNA che diranno con sicurezza se si tratta del corpo di Laura Ziliani, l’ex vigilessa di Temù scomparsa lo scorso 8 maggio. Ma sia gli investigatori sia diversi conoscenti sono convinti si tratti della donna nata a Brescia e poi sposatasi in Alta Valcamonica dove ha vissuto sin da quando ha sposato il marito Enrico Zani, morto nel 2012 in seguito a una slavina e da cui ha avuto tre figlie.

Due di loro: la maggiore e la più piccola risultano iscritte nel registro degli indagati con il fidanzato della più grande, originario del lecchese. Le due sorelle e il genero sono state le ultime tre persone a vedere Laura Ziliani in vita. La donna era partita da Brescia la sera del 7 maggio attorno alle 20 e 10, per arrivare a Temù probabilmente un paio di ore dopo. Non si sa che cosa sia successo dopo quel momento. Di certo, e questo è uno dei particolari che ha messo in allerta la Procura di Brescia e gli investigatori dell’arma carabinieri, dopo la serata del 7 il telefono cellulare non segna alcun traffico dati o telefonico. Proprio il telefono rappresenta una delle incongruenze del giallo. Come mai lo smartphone della donna era incastrato tra una panca-divanetto e il muro nella cantina di casa? Cosa potrebbe significare? Perché i carabinieri e la Procura hanno fatto abbattere una parete? Cosa cercavano? E' ipotizzabile che le pulizie fatte dalle figlie e dal fidanzato dopo la sparizione di Laura Ziliani abbiano, anche inconsapevolmente, cancellato impronte o altro che sarebbero state utili alla ricostruzione, almeno per quanto riguarda gli spostamenti della Ziliani dopo la sera del 7 maggio?

Non solo. Non vi sono tracce dall’orologio GPS che la donna usava sempre durante le sue escursioni in montagna. Le figlie hanno raccontato che alle 7.10 dell’8 maggio Laura Ziliani è uscita per una camminata. Perché dunque non aveva con sé telefono e orologio? Non se ne sarebbe separata. Nel caso i resti fossero i suoi: come mai non indossava abiti da alta montagna o quantomeno adatti a una passeggiata? Non si sarebbero deteriorati così vistosamente come i vestiti da casa, forse una vestaglia, di cui sono rimasti solo alcuni brandelli. Il resto è stato distrutto dagli elementi. Non aveva nemmeno le scarpe. A fine maggio lungo l’intersezione tra il torrente Fumeclo e l’Oglio, a monte di dove è stato rinvenuto il cadavere che pare appartenere all’ex vigilessa è stata rinvenuta una scarpa. Una figlia l’avrebbe rinvenuta con certezza. L’altra no. All’interno c’era la soletta speciale che la Ziliani usava a causa di una lieve malformazione al piede. Infine: come mai il corpo è stato trovato in una buca con attorno della vegetazione che potrebbe essere stata lasciata dalle acque dell’Oglio in piena, che l’hanno riportata alla luce?