Con l’arrivo delle piogge, nel bresciano, è cessato il periodo di alto rischio incendi boschivi. Il bilancio, nel bresciano, è pesantissimo. Da gennaio alla fine di aprile, difatti sono oltre 860 gli ettari di boschi e sterpaglie bruciate, di cui circa 600 solamente in Valle Camonica. E i costi, per l’ambiente e le tasche dei cittadini, sono altissimi. Basti pensare che dai primi calcoli si stima che gli interventi di canadair e elicotteri siano costati, nei quattro incendi più estesi registrati in Valcamonica, tra i due e i tre milioni di euro (circa 30 euro al minuto), senza parlare dei litri di acqua che hanno raccolto in periodo di siccità e che sono serviti a spegnere le fiamme. Non sono ancora stati calcolati, inoltre, i costi dei mezzi usati per gli interventi a terra, dei carburanti e delle ore di lavoro di volontari e professionisti. Ancora, non è possibile calcolare il valore della perdita economia e ambientale per territori dove per alcuni anni non potranno pascolare animali, non si potrà coltivare, costruire o raccogliere frutti del bosco. È stato un inizio dell’anno difficile – spiega il dirigente del settore foreste e bonifica della Comunità Montana di Valle Camonica Gian Battista Sangalli – gli incendi più importanti registrati nel territorio sono stati a Febbraio Berzo Demo-Sellero, a Marzo Loa Berzo Demo, Sonico e Edolo a aprile Vione Vezza d’Oglio. Più piccoli sono stati quello di Montecampione nei giorni scorsi e quello di Edolo il primo dell’anno. L’incendio che ha distrutto la maggior parte di territorio è quello che ha riguardato la Valrabbia e Malga Stain: sono andati in cenere ben 261 ettari". Nel resto della provincia un imponente incendio ha mandato in fumo quasi 200 ettari in Maniva. M.P.
CronacaIncendi boschivi, cessa l’allerta. Ma il bilancio è pesante