
Il procuratore generale Guido Rispoli ha illustrato i risultati del memorandum operativo con la Finanza di Milano
A Brescia la macchina della giustizia produce “ricavi“ in grado di autofinanziare una parte degli uffici, che non pesano sulle casse pubbliche ma sulle spalle dei condannati in via definitiva. Nell’ultimo anno giudiziario, dal primo luglio 2023 al 30 giugno 2024, gli addetti alle esecuzioni della Procura generale di Brescia, competente per il distretto, hanno recuperato 4,3 milioni tra auto, quote societarie, immobili e terreni, in tre anni una quindicina. Risorse che poi confluiscono nel Fug (Fondo unico giustizia), ceduti al Demanio o alieneati. La cifra è idonea a coprire per intero il costo degli otto magistrati, dei 23 amministrativi e delle spese vive della Procura. "Brescia in quest’ambito ha fatto scuola e oggi il nostro modello viene copiato da altre sedi giudiziarie – spiega il pg Guido Rispoli – . Questo in virtù di un memorandum operativo siglato nel giugno 2021 con il comando regionale della Finanza di Milano, ritenuto di valenza strategica perché dimostra come la giustizia non debba essere vista dai cittadini sempre come un carrozzone inefficiente".
Gli uffici deputati partono dalle sentenze passate in giudicato, spulciate una per una. Laddove il provvedimento disponga la confisca ma i beni non siano stati sequestrati o lo siano stati solo in parte, grazie al memorandum viene attivato un tavolo tecnico con il nucleo di polizia economico finanziaria delle Fiamme gialle di Brescia. Gli investigatori analizzano se è possibile confiscare direttamente beni e denaro ritenuti provento della condotta illecita o, qualora non vi siano i presupposti, si attua una confisca per equivalente (indiretta). Laddove invece la sentenza non disponga la confisca e non vi siano beni in sequestro, il tavolo tecnico attiva accertamenti patrimoniali per individuare beni da sottoporre a confisca (con richiesta di sequestro preventivo).
Beatrice Raspa