Brescia, bocciata la discarica Castella 2: "La sentenza farà storia"

Gli Amici di Buffalora festeggiano la decisione del Consiglio di Stato

Attivisti e amministratori si sono ritrovati sul sagrato della chiesa del quartiere

Attivisti e amministratori si sono ritrovati sul sagrato della chiesa del quartiere

Brescia, 12 agosto 2020 - Il luogo è sempre quello, il circolo Acli accanto al sagrato della chiesa di Buffalora, da cui sono partite tante manifestazioni, prima contro la Castella 1, poi contro la Castella 2. L’atmosfera però è diversa: gli ‘amici di Buffalora’ ieri si sono incontrati per festeggiare la sentenza del Consiglio di Stato, che una settimana fa ha accolto il ricorso del Comune di Rezzato (sostenuto da Brescia, Castenedolo, Mazzano, Borgosatollo e da 241 cittadini) e bocciato la discarica da quasi un milione di metri cubi che La Castella, società di Garda Uno, avrebbe voluto realizzare nel Comune di Rezzato a 700 metri dal centro abitato di Buffalora e a un chilometro dalle scuole.

"Ringraziamo la scuola Bellini – spiega Francesco Venturini, coordinatore locale del Codisa – che durante il lockdown ha scritto al Presidente della Repubblica, del Consiglio e anche al Consiglio di Stato". Tra gli ‘amici’ , ci sono anche la presidente del consiglio di quartiere Laura Giuffredi e Fabio Capra, assessore al Bilancio e all’Istruzione del Comune, presente in veste di residente. "Noi abbiamo fatto una piccola parte, non vogliamo prenderci meriti di altri", spiega. Almeno due le implicazioni della sentenza.

"La prima – prosegue Capra – è che rafforza il progetto di Parco delle Cave e l’allargamento ai Comuni circostanti". Altro aspetto riguarda il nuovo piano cave della Provincia, depositato nei giorni scorsi e in fase di Vas. "Non potrà non tener conto di questa situazione né della sentenza della Corte costituzionale sul consumo di suolo. Per ora mi sembra un po’ timido. Presenteremo le nostre osservazioni". Quanto a Garda Uno, nessuno si stupirebbe se ripresentasse una Castella 3. "Ma stavolta ci sono paletti ben precisi – conclude Capra –: sostenibilità e recupero ambientale". Resta un po’ di amarezza. "Mi fa arrabbiare – conclude Eugenio Cresseri, attivista storico del quartiere – che sia arrivato un giudice romano a sposare le osservazioni che facevamo da tanti anni, mentre tecnici della Provincia hanno dato parere positivo".