Desenzano, coltellata alla gola: vivo per miracolo

Un noto impresario di pompe funebri di Lonato colpito a tarda sera da un conoscente pakistano

Il momento dei soccorsi all'impresario

Il momento dei soccorsi all'impresario

Desenzano (Brescia), 5 dicembre 2020 - Si incontrano a tarda sera, litigano e scatta l’accoltellamento alla gola. È vivo per miracolo Nerino Zamboni, settant’anni, noto impresario di pompe funebri di Lonato. L’anziano giovedì alle 23,30 è rimasto vittima di un’aggressione alla stazione di Desenzano. Ora è in prognosi riservata all’ospedale Civile di Brescia.

I carabinieri hanno già individuato il presunto autore della violenza: è Hussain Sabir, quarantenne del Pakistan. I militari del Radiomobile della Compagnia desenzanese l’hanno fermato mentre si allontanava con i vestiti macchiati di sangue e il coltello inzaccherato. Il pm Barbara Benzi gli contesta il tentato omicidio. La vicenda presenta una serie di aspetti misteriosi. Ferito e aggressore pare si conoscessero da parecchio tempo. Per qualche motivo, ancora da delineare giacché la vittima è in Rianimazione e non può spiegare, i due si erano dati appuntamento di notte alla stazione desenzanese, peraltro violando le restrizioni governative per l’emergenza sanitaria che imporrebbero la permanenza a casa salvo motivi di stringente necessità.

Alcuni testimoni hanno assistito a una lite veemente tra i due uomini. Di colpo il quarantenne avrebbe estratto un coltello e l’avrebbe piantato nella gola di Zamboni, ferito anche a una spalla. L’anziano si è accasciato privo di sensi, mentre l’aggressore si è rapidamente dileguato. La chiamata al 112 però, da parte di chi si era accorto del litigio fuori controllo, è scattata subito. E nel giro di pochi minuti si sono precipitati sul posto sia i soccorritori sia i carabinieri. L’impresario è stato accompagnato in fin di vita in ospedale, dove poi nelle ore seguenti è stato sottoposto a intervento chirurgico. Hussain, invece, è stato intercettato mentre cercava di scappare. Ora è in carcere, in attesa della convalida del fermo. Chi indaga cerca di fare luce sul movente.

Questioni di droga? Incontri a luci rosse? Scavare nel passato e nel presente dei protagonisti della vicenda – entrambi incensurati e all’apparenza con una vita regolare – per ora non ha fornito elementi utili.