Denuncia la baby gang e gli bruciano il bar

Yuri Colosio ha raccontato le aggressioni subite a “Le Iene“, ma mentre il servizio andava in onda qualcuno ha appiccato il fuoco nel locale

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di Milla Prandelli

Ha denunciato in tv una serie di soprusi subiti da una baby gang. Pochi minuti dopo la messa in onda del servizio a cura di Nina Palmieri de “Le Iene“ il suo locale è andato a fuoco, come ha mostrato in un video pubblicato su Facebook. "Appena finito il servizio di Le Iene questo è il risultato e l’ennesimo sopruso che dobbiamo affrontare – ha scritto sulla pagina del suo locale Yuri Colosio (in foto), 27 anni, titolare del bar MiVida di Ghedi -A questo punto anche combattere per il diritto al lavoro diventa difficile". I danni sono ingenti e l’origine apparentemente dolosa, dovuta probabilmente a "benzina sparsa intorno al locale", come ha spiegato Yuri Colosio ai cronisti accorsi al locale dopo il rogo. L’altro ieri sera, in occasione della messa in onda del servizio di Palmieri, Yuri non ha aperto il locale. Terminata la messa in onda ha ricevuto decine di telefonate di clienti e amici che lo avvertivano che il bar stava bruciando. "Parlare di quanto accaduto è difficile, - ha spiegato il giovane – domani lo farò volentieri". Colosio ha pubblicato un video girato subito dopo l’incendio "che ha attirato diverse persone, che hanno rotto la porta di ingresso e iniziato lo spegnimento". Il barista alla trasmissione Le Iene ha raccontato di una serie di soprusi subiti da un gruppo di ragazzi. "Vanno in giro armati, con i macete. Io in sei mesi ho preso una bottigliata e tre coltelli alla gola.

Sono una baby gang organizzata. Sono sempre in gruppo, se gli rispondi è finita, ti saltano addosso tutti insieme- ha raccontato il barista ghedese a Nina Palmieri durante un servizio dettagliato e con molti particolari, durato circa 15 minuti- Hanno 18-20 anni e ci sono un paio di minorenni. Girano sempre con il passamontagna". Per un periodo il ragazzo ha anche deciso di tenere chiuso il locale, specie a causa di una aggressione subita dal padre. Ha trovato un cartello con la scritta "Apri e muori". Non solo. Lo scorso autunno uno degli addetti al servizio di sorveglianza è stato picchiato e lui minacciato. Le indagini relative a quanto accaduto questo mercoledì sera sono affidate ai carabinieri. Non è attualmente noto se ad appiccare il fuoco sia stata la baby gang che tormenta il barista " Posso dire che sia le forze dell’ordine che la Polizia Locale sono sul pezzo. Le indagini che riguardano la baby gang sono in corso da un po’ di tempo e non sono certo partite in seguito a quanto riportato dalla stampa – dice il sindaco di Ghedi Federico Casali - Non possono intervenire con provvedimenti restrittivi davanti a voci o messaggi social, ma sono obbligati a verificare l’esistenza di un reato.

Detto questo, ribadisco che le forze dell’ordine stanno seguendo con impegno questa che è una situazione che non riguarda solo il territorio di Ghedi, ma rappresenta un fenomeno che si sta verificando in diverse realtà e non solo a livello locale, ma anche nazionale"