Brescia, smog e allergie: c’è correlazione

Lo studio internazionale vede la Poliambulanza tra i protagonisti

Da tempo a Brescia si susseguono manifestazioni per un’aria più pulita

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Brescia, 14 luglio 2019 - Allergie? E’ anche una questione di inquinamento. Lo rivela lo studio internazionale ‘Migranti e allergie: una nuova visione della marcia atopica (il decorso delle malattie allergiche)’, pubblicato sulla rivista European Annals of Allergy and Clinical Immunology, firmato anche da Carlo Lombardi, responsabile dell’unità allergologia, immunologia e malattie respiratorie di Fondazione Poliambulanza e membro della Società di allergologia e pneumologia. In base alla letteratura scientifica disponibile, lo studio arriva alla conclusione che l’ambiente gioca un ruolo decisivo sulla salute indipendentemente dalla provenienza etnica e dal patrimonio genetico.

«Gli immigrati che arrivano nel nostro Paese inizialmente godono di un effetto protettivo verso le patologie respiratorie – chiarisce Lombardi – Nelle terre di origine, infatti, le malattie respiratorie con base allergica sono poco diffuse. Ma dopo circa 4-5 anni si iniziano a presentare quelle stesse problematiche con cui convivono gli italiani. Le nuove abitudini alimentari, igienico sanitarie e il contatto con l’ambiente hanno un ruolo indiscutibile. E gli immigrati si trovano a dover fare i conti con patologie spesso addirittura più gravi dei nativi stessi».

Non sono state trovate differenze tra le problematiche respiratorie dei pazienti asiatici, africani o provenienti da altri Paesi: dopo qualche anno di permanenza nella Penisola tutti diventano sensibili a nuovi allergeni, i meno tollerati dagli italiani. «Negli stranieri è più frequente il fenomeno della polisensibilizzazione, la compresenza di più fattori allergici, tipica nei nativi. Se è vero, quindi, che il ruolo della genetica non è trascurabile - è ormai dimostrato che le popolazioni di colore sono più predisposte all’asma - la pressione ambientale risulta ancora più forte».

La conferma arriva anche dall’osservazione dei bambini: lo studio dice che i figli degli immigrati che nascono in Italia non presentano alcuna differenza del profilo immunologico e delle patologie respiratorie rispetto ai figli degli italiani. «L’inquinamento sicuramente influisce negativamente su pazienti che hanno problemi respiratori, di tipo asmatico e allergico – conclude Lombardi – e per quanto possa sembrare un paradosso, chi vive in campagna ha meno probabilità di sviluppare allergie al polline rispetto a chi abita in città». La presenza di biodiversità e le endotossine che derivano dagli animali da allevamento o dal latte non pastorizzato infatti hanno un importante effetto protettivo contro le allergie. «Su queste basi è quanto mai attuale la campagna che invita a prendersi cura dell’ambiente, i cui danni si ritorcono inevitabilmente contro di noi, anche e non ultimo, dal punto di vista respiratorio».