Brescia, quando le bici abbandonate diventano tesoro solidale

La Polizia locale regala i mezzi non reclamati a una onlus

Brescia, bici abbandonate

Brescia, bici abbandonate

Brescia, 24 agosto 2019 - Da rifiuto da smaltire a strumento di solidarietà. È una nuova vita, in Paesi lontani, quella che aspetta le 42 biciclette recuperate nel corso dell’anno dalla Polizia locale per le strade bresciane e che sono state cedute alla onlus Essere Carità. I velocipedi, alcuni piuttosto malmessi, sono stati fermi per un anno nel magazzino di via Donegani, in attesa che i legittimi proprietari si facessero vivi.

«È ormai raro però che qualcuno venga a reclamarli - spiega il commissario capo Riccardo Bertazzi - sono veicoli che recuperiamo a seguito di abbandono. In alcuni casi li rimuoviamo da stalli a cui erano legati illegittimamente». In tal caso, chi si presentasse dovrebbe anche pagare la multa per il divieto di sosta. In assenza di una tracciabilità, è difficile riuscire a risalire al legittimo proprietario; spesso poi le biciclette vengono “cannibalizzate” prima di essere abbandonate, per cui sono totalmente inutilizzabili. Senza alcun valore commerciale, scaduto l’anno di attesa richiesto dalla legge, i mezzi rischiano di diventare solo un ingombro per il magazzino della Polizia locale, che, proprio in questi giorni, doveva essere urgentemente liberato.

Provvidenziale, quindi, la richiesta della onlus Essere Carità Bresciana di Castenedolo, che ha voluto recuperare le biciclette destinate altrimenti allo smaltimento. L’associazione è impegnata in interventi d’aiuto caritatevole ai fini umanitari, sia in Italia che all’estero, creando una filiera del riuso, limitando gli scarti delle produzioni industriali, ed inviando i beni recuperati nelle strutture gestite da missionari bresciani. Grazie al lavoro di due meccanici volontari, i pezzi delle bici saranno rimessi insieme, recuperando tutto ciò che ancora è riutilizzabile, e realizzando delle biciclette che saranno poi inviate dove ce ne sarà bisogno, dall’Albania all’Africa. Ll’associazione recupera ogni anno decine di biciclette (ma anche macchine da cucire) e le spedisce in giro per il mondo.