FEDERICA PACELLA
Cronaca

Aule virtuali, a Brescia non tutti possono o vogliono

Adesione volontaria da parte dei docenti e limiti infrastrutturali (come in Valle Camonica) rendono l’attività a macchia di leopardo

Le scuole smart

Brescia, 4 marzo 2020 - Aule virtuali, videolezioni, chat di classe, calendari condivisi, canali tematici su Youtube. Nella prima epidemia social della storia, le nuove tecnologie diventano per le scuole un alleato prezioso per non lasciar ‘parcheggiati’ gli studenti per quindici lunghi giorni. Nelle scorse ore, i dirigenti delle scuole bresciane hanno invitato i docenti ad avviare forme di didattica a distanza, come raccomandato dal Decreto del Presidente del consiglio dei Ministri del primo marzo. L’istituto comprensivo Beretta di Gardone Val Trompia è stato tra i primi ad annunciare di aver attivato la nuova sezione ‘aule virtuali’. Stesso dicasi per il Copernico, in città, che chiesto di usare le piattaforme già integrate nella normale attività didattica. Molte scuole stanno utilizzando piattaforme disponibili online, come l’Abba Ballini che ha attivato le ‘Google Classroom’ attraverso G-Suite for education, nonché lezioni tramite Meet. 

Tutti i dirigenti hanno invitato i docenti a mantener vivo il dialogo educativo con gli studenti, ma spesso la buona volontà si scontra con problemi strutturali. «La valle non ha la fibra ottica, ci sono zone dove il cellulare non prende – ricorda Roberta Pugliese, dirigente dell’Iis Tassara di Breno – inoltre non tutti gli insegnanti sono formati per affrontare l’insegnamento a distanza. Io ho fatto appello alla volontà e al senso di responsabilità di docenti, ma ci sono limiti oggettivi». C’è poi una questione normativa. Come ricorda Massimo Cosentino, dirigente del Leonardo, le attività di formazione a distanza «devono essere previste e deliberate dal collegio dei docenti oppure richiedono la volontaria adesione dei docenti». Di fatto i dirigenti possono consigliare, ma non obbligare gli insegnanti. Quanto alla necessità di riunire il collegio docenti, di mezzo c’è l’ordinanza regionale che vieta gli assembramenti. Al Capirola di Leno ci proveranno usando la piattaforma Jitsi Meet, per una maxi-videoconferenza con 260 docenti. «Consente connessioni illimitate – spiega il dirigente Gianmarco Martelloni – è una modalità che mi è stata suggerita da un insegnante. Nel dialogo con gli studenti, abbiamo molti strumenti, da G-Suite ai canali tematici di Youtube». 

La sensazione, però, è che nessuna tecnologia possa sostituire la lezione in classe. «Il pensiero va soprattutto agli studenti che dovranno affrontare la maturità – ricorda Pugliese – stiamo pensando di utilizzare le prime due settimane di giugno per fare un po’ di recupero. Rinviare l’esame? Non spetta a me deciderlo, ma sarebbe ottimale spostarlo di una settimana». Intanto a partire da oggi l‘Università degli Studi di Bergamo darà il via alle lezioni in videoconferenza in università grazie a Microsoft Teams, una piattaforma di comunicazione e collaborazione che combina più funzioni utili per interagire con studenti e docenti. «Per assicurare la continuità didattica finchè non sarà possibile effettuare le lezioni in presenza – sottolinea il rettore Remo Morzenti Pellegrini – siamo in grado di erogare lezioni a distanza che potranno essere fruite dagli studenti tramite la piattaforma di e-learning di Ateneo Moodle».  Anche il Comune di Bergamo ha varato una piattaforma online con esercitazioni, lezioni e materiali per tutti i bambini delle scuole primarie. È quel che propone e ha realizzato l’Assessorato all’Istruzione del Comune di Bergamo in collaborazione con il Centro Studi ImparaDigitale per consentire l’apprendimento anche in questi giorni in cui le attività didattiche sono sospese per disposizioni di contenimento del coronavirus.